Parere favorevole del CSPI per i due quesiti in lingua nello scritto del concorso?

In settimana il CSPI dovrebbe esprimere il parere richiesto dal Miur sui testi del bando di concorso di imminente pubblicazione. In proposito all’interno del Consiglio è stato costituito un gruppo di lavoro con il compito di definire il parere. Lavoro improbo per la complessità della materia e il breve tempo a disposizione.

Sarà interessante vedere se all’interno degli otto quesiti a risposta aperta, “inerenti alla trattazione articolata di tematiche disciplinari, culturali e professionali, volti all’accertamento delle conoscenze e competenze didattico-metodologiche in relazione alle discipline oggetto di insegnamento”, il CSPI dissentirà o meno dalla previsione che due dei quesiti siano formulati in lingua straniera e siano svolti nella medesima lingua.

È evidente che quei due quesiti in lingua (serve la competenza di livello B2) serviranno non solo ad accertare la competenza dei candidati, ma avranno anche la funzione di dura selezione. Tra le categorie più “a rischio”, gli abilitati magistrali, con diploma conseguito entro l’anno scolastico 2001-02.

Se in un primo tempo si era ipotizzata la preselezione proprio per sfoltire il numero dei candidati di scuola dell’infanzia e scuola primaria (dopo il via libera del Consiglio di Stato che ha riconosciuto pieno valore abilitante al diploma si attendono decine di migliaia di candidati per questi settori), i due quesiti in lingua potrebbero di fatto svolgere proprio una funzione selettiva.

Poiché ognuno degli otto quesiti può comportare una valutazione da 0 a 5 punti (servono almeno 28 punti su 40 per superare la prova scritta), i due quesiti in lingua straniera diventano decisivi per l’ammissione all’orale. Senza una competenza linguistica in lingua straniera adeguata, soltanto ottime risposte a tutti gli altri sei quesiti possono salvare lo scritto.

Potrebbe essere un’ecatombe, commissioni giudicatrici permettendo.

Il CSPI come si pronuncerà?