Organici: l’onda lunga della Finanziaria 2002 sulla riforma

La Finanziaria 2002, la prima varata dall’attuale Governo, colpì duro sulla scuola prevedendo riduzione d’organico per oltre 30 mila posti di personale docente e Ata da attuare nell’arco di un triennio. L’ultima tranche di queste riduzioni riguarda il prossimo anno scolastico e dovrebbe comportare la soppressione di 12.500 posti.
Il Miur ha cercato di contenere finora il salasso con il sistema della tela di Penelope: in organico di diritto ha tagliato e nell’organico di fatto ha restituito. In questo modo ha contenuto al massimo i tagli, anche se in questo modo ha incrementato i posti provvisori e fatto aumentare le nomine di personale a tempo determinato.
Nell’organico di diritto dei docenti per il 2004-2005, in base ai dati forniti dal Miur alle organizzazioni sindacali venerdì mattina, risulta una contenuta riduzione di posti determinata per lo più dal calo di popolazione scolastica (2.303 posti in meno nella primaria, 591 nella ex-scuola media, 2.901 nella secondaria superiore), ma vi sono anche nuovi posti (219 alla scuola dell’infanzia e 2.250 per gli anticipi e la lingua inglese nella primaria).
Pur se contenuta da un’azione di grande equilibrismo, l’operazione organici 2004 non riesce a nascondere tutta la contraddizione tra manovra finanziaria e obiettivi di riforma.
In effetti, mentre il primo decreto legislativo della riforma Moratti conferma posti in quasi tutti i settori e mette in luce l’esigenza di altre risorse umane necessarie per far fronte al nuovo fabbisogno per le figure professionali nell’infanzia, alla piena attuazione delle attività opzionali, all’insegnamento della seconda lingua comunitaria nella media e al pieno sostegno del tutor, la “vecchia” finanziaria va in direzione contraria agli obiettivi di riforma. Con l’effetto di non dare piena attuazione ai nuovi incrementi di organico conseguenti all’innovazione.