Ore di 50 minuti: spreco o puntiglio? I lettori ne discutono

Sta riscuotendo interesse lo Speciale di Tuttoscuola (scaricabile gratuitamente dal sito) sulla durata delle ore di lezioni, che ha preso spunto dall’annuncio, da parte del governo lo scorso 18 dicembre, di porre fine alla consuetudine per cui la durata effettiva delle ore di lezione è di 50 minuti e non di 60. Pubblichiamo una lettera di complimenti da parte del dirigente scolastico Teresio Fraire ed altre due di critiche del collega Pasquale Ciriolo e del docente Maurizio Billante.

I lettori possono esprimere le loro riflessioni originali sul tema, scrivendoci a botta_e_risposta@tuttoscuola.com. Pubblicheremo gli interventi più interessanti.

Complimenti a Tuttoscuola che ha smascherato lo spreco delle ore corte. La mia esperienza è diversa. Essendo preside di scuola cattolica paritaria (salesiana) da sempre ho chiesto e ottenuto dai docenti di recuperare i minuti dell’ora corta con le attività opzionali nella media (come era più semplice questo termine rispetto all’attuale secondaria di primo grado!) e i corsi di recupero nell’ITI… altro che pagare ancora 50 euro l’ora! Dovendo fare i conti con i magri bilanci, stiamo attenti ad evitare questi sprechi. Con 3000 euro all’anno di retta per alunno, compreso il doposcuola, facciamo funzionare la scuola media e l’ITI per meccanici; mentre allo Stato un alunno di scuola media costa 7.600 euro e uno dell’istituto non meno, penso, di 8.500 euro l’anno! Quanti soldi facciamo risparmiare allo Stato, che non dovrebbe lesinare rimborsi alle famiglie (almeno la detrazione fiscale) e contributi alle nostre scuole perché possano continuare a salvaguardare una parvenza di libertà educativa in Italia e a contribuire al risparmio del MIUR di circa 6 milioni di euro l’anno, secondo i calcoli Agesc. Chiudessero le nostre scuole, quanti oneri in più ci sarebbero per lo Stato!

Quanto agli istituti tecnici ben venga la riduzione a 32 ore (sarebbe stato meglio a 30): 36 sono davvero troppe!

Preside Teresio Fraire

Quando affermate che il governo ha regalato miliardi agli insegnanti (in realtà affermazioni in questo senso sono assenti dal dossier, NdR) per  i dieci minuti di lezione non svolti, dimenticate volutamente che nella  gran parte delle scuole l’ora  è stabilmente di 60 minuti e che solo in  situazioni sperimentali, o comunque limitate, l’ora di lezione è ridotta, però con conseguente aumento del numero delle ore e quindi senza perdita di servizio.

Dimenticate volutamente, inoltre, di precisare che i docenti italiani sono di gran lunga i meno pagati del mondo occidentale.

Senza dire nulla infine, dell’enorme quantità di lavoro accessorio che la funzione docente richiede.

D.S. Pasquale Ciriolo

Non so attraverso quale indagine scientifica abbiate condotto per presentare il dossier sulla durata dell’ora di lezione.

Io porto alcuni esempi.

Ho lavorato per anni in un liceo sperimentale dove la 5 e la 6 ora e le ore pomeridiane erano di 50 minuti con obbligo di recupero sia per gli studenti sia per i docenti (le modalità di recupero erano molto flessibili per gli studenti, meno per i docenti che dovevano prestare ore a disposizione, corsi di recupero,..).

Poi nella stessa scuola negli ultimi anni invocando le richiamate circolari l’obbligo del recupero è venuto meno, ma il collegio docenti aveva votato di svolgere ore da 60 minuti e il Consiglio d’Istituto (competente in materia) non ha mai modificato l’orario scolastico.

Mia moglie insegna in un Istituto professionale e svolge tutte le ore di 60 minuti.

Molti altri amici e colleghi insegnano in istituti secondari e in scuole medie con l’obbligo di recupero.

Quindi inviterei a non generalizzare e comunque tutto questo verrà meno perché i problemi di trasporto, riducendo gli orari degli istituti, non si presenteranno più, visto che raramente, almeno nelle scuole superiori, ci saranno lezioni pomeridiane.

Ricordo inoltre che la possibilità di ridurre l’ora di lezione per motivi didattici è sempre stata prevista solo con obbligo di recupero.

Se chi deve controllare (dirigenti scolastici, ispettori, direttori degli uffici scolastici provinciali e regionali) non ha svolto il suo compito non addossate le responsabilità sempre ai docenti che sono sempre meno considerati.

Maurizio Billante

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