OPAM: servono nel mondo 45 milioni di insegnanti qualificati

Secondo l’OPAM (Opera di promozione dell’alfabetizzazione nel mondo), servono nel mondo 45 milioni di insegnanti qualificati. Altrimenti sarà impossibile raggiungere l’obiettivo della scolarizzazione per tutti, impegno preso a Dakar dai governi di tutto il mondo.
E gli insegnanti – secondo don Aldo Martini, presidente dell’Opam – rappresentano la ricchezza più grande di un popolo”.

La penuria di insegnanti in rapporto alla popolazione scolastica – sottolinea l’organizzazione fondata nel 1972 da don Carlo Muratore in occasione della ricorrenza, l’8 settembre, della Giornata Mondiale dell’Alfabetizzazione nel Mondo,- è un ostacolo allo sradicamento della
poverta’; in alcuni Paesi in via di sviluppo bastano 15 euro al
mese per sostenere un maestro. Paesi come Benin, Ciad, Congo e Mozambico -rende noto l’Opam – evidenziano una media di 50-70 alunni per insegnante, a fronte di una media di 16 alunni per docente nei Paesi dell’Ocse. Per di più, nei Paesi poveri gli insegnanti sono spesso giovanissimi e con scarse competenze. In Malawi, per esempio, il 48,6% degli insegnanti di scuola elementare e il 65% di scuola secondaria non sono qualificati.

Per far fronte a questa emergenza, l’Opam ha accresciuto negli anni il numero di progetti in favore degli insegnanti. Nel 2004, ha contribuito a pagare lo stipendio a 345 insegnanti garantendo l’istruzione a oltre 25 mila persone, tra adulti e bambini. Da gennaio a settembre 2005, i progetti di questo tipo sono stati 20 (40% di quelli finanziati): ne hanno beneficiato 647 insegnanti, garantendo istruzione ad oltre 15 mila persone. Dal 2004, grazie anche al contributo della Cei, l’Opam ha sostenuto 8 progetti per la formazione di 502 insegnanti.

“Ci sono Paesi – avverte don Aldo Martini, presidente dell’Opam – dove a causa delle guerre, di governi corrotti o politiche di sviluppo inesistenti, da anni gli insegnanti non ricevono alcun compenso. Molti rinunciano all’insegnamento, a volte emigrano in altri Paesi. Altri continuano a fatica a svolgere la loro missione, sostenuti unicamente dallo sforzo delle famiglie e supportati dalla generosità di benefattori”.