
Oltre la metà in pensione per limiti di età o di servizio
Degli oltre 32 mila pensionamenti nella scuola statale dell’anno scorso, più della metà (52,3%) se ne è andato per raggiunti limiti di età (65 anni uomini, 60 donne) o di servizio (40 anni). Quasi il 40% (39,5%) se ne è andato, invece, per dimissioni anticipate, avendo raggiunto quota 95 (35 anni di anzianità contributiva + 60 anni di età).
Probabilmente i valori quest’anno saranno invertiti con prevalenza dei pensionamenti per dimissioni dal servizio (serve quest’anno quota 96).
Se più di 30 mila hanno lasciato il servizio della scuola per vecchiaia o per anzianità, più di 2 mila (più dell’8%) hanno lasciato il servizio per altri motivi.
1300 persone, dirigenti, docenti e Ata, pari al 4%, hanno lasciato per inidoneità fisica assoluta nell’assolvimento delle funzioni. Soltanto sei persone, pari allo 0,02% di tutti i pensionamenti 2010, hanno dovuto lasciare il servizio per incapacità o persistente scarso rendimento.
Oltre ai deceduti (665 persone) ci sono altre categorie di personale che, per altre ragioni, hanno lasciato il servizio. Tra queste, più di 100 hanno dovuto lasciare per decadenza dall’impiego (perdita dei requisiti di legge richiesti).
Hanno dovuto lasciare il servizio per recesso dell’Amministrazione (cioè per licenziamento) soltanto sei persone. Dopo il recente licenziamento del professore colpevole di avere ucciso a bastonate un coniglio in classe nel corso di una “lezione dal vivo”, che ha aperto la nuova stagione delle norme disciplinari previste dal decreto Brunetta di fine 2009, i recessi potrebbero forse aumentare (anche senza uso di cavie animali in classe).
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