Obama: voglio una scuola di prima classe

Durante la campagna elettorale era sembrato che Barack Obama volesse puntare le sue carte “scolastiche” soprattutto sul versante dell’equità, del sostegno agli allievi a maggior rischio di emarginazione, quasi sempre appartenenti alle minoranze etniche e linguistiche.

Anche la scelta di Arne Duncan, già sovrintendente del distretto scolastico di Chicago, come ministro dell’Educazione sembrava andare nella stessa direzione, essendo Duncan personaggio noto per il suo impegno riformatore, e le iniziative di sostegno alle fasce deboli della popolazione scolastica, messe in campo proprio a Chicago, capitale dell’Illinois, lo Stato rappresentato da Obama come Senatore.

Ma nelle ultime interviste, rilasciate a varie testate la scorsa settimana, l’accento del presidente eletto degli USA è caduto soprattutto sulla qualità della scuola nel suo insieme: “voglio una scuola di prima classe” non solo per le mie figlie, ha detto Obama, ma per tutti i giovani americani.

E’ probabile che tra le diverse azioni che compongono la grande legge federale del 2001 No Child Left Behind, approvata a suo tempo con larga maggioranza bipartisan, e che Obama ha promesso di rifinanziare, saranno implementate quelle che spingono gli Stati a ricercare e premiare l’eccellenza, e a innalzare il livello medio di preparazione degli allievi nelle materie chiave (inglese, matematica, scienze, tecnologia).