‘No al numero chiuso’: un’iniziativa contro il test di Medicina portata avanti dai camici bianchi

Una petizione contro il numero chiuso al test di Medicina. È questa l’iniziativa portata avanti da un gruppo di medici convinto che, negli ultimi anni, questa prova di ammissione sia notevolmente peggiorata ritrovandosi ora a rispondere a logiche che non valutano merito e predisposizione a intraprendere la professione medica. Con lo scopo di diffondere la petizione nasce pure un sito, www.nonumerochiuso.com, Medici per il No al Numero Chiuso (per saperne di più e aderire basta cliccare qui).

Si vuole affermare la contrarietà a qualsiasi forma di numero chiuso nella Facoltà di Medicina e Chirurgia“. Con queste parole si apre la petizione che invita ad aderire studenti, famiglie, insegnanti, ma anche altri medici. “In assenza di un programma su cui prepararsi, si chiede a studenti provenienti da vari indirizzi scolastici, di ipotecare il proprio futuro in poche decine di minuti – continua il testo -. In questo modo, l’accesso all’Università avviene più per fortuna che per capacità. Il punteggio attribuito al voto di maturità inoltre, a causa della disomogeneità fra le varie Scuole Superiori di provenienza, crea discriminazione“.

Il gruppo che si è fatto promotore della petizione descrive la prova di ammissione come una “lotteria dell’esame“: “Nel caso di mancato superamento del test, solo chi può attendere un altro anno, magari frequentando costosi corsi di preparazione privati, può riprovare“.

“Il test nazionale potrebbe costringere lo studente a iscriversi ad una Facoltà di Medicina in una città lontana – continua la petizione – gravando economicamente talora in modo insostenibile sulla famiglia, con una compressione dei diritti affettivi, familiari e sociali”.

Cosa chiede quindi il portale? “Che venga abrogata la Legge 264/99, affinché vi sia libero accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, dando la possibilità agli studenti tutti di scegliere liberamente il proprio futuro nel nostro Paese, senza essere costretti a immaginarlo altrove. Tale istanza nasce dalla speranza di veder riconosciuto il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione e quindi rendere accessibili i livelli più alti dell’istruzione, anche a quegli studenti le cui condizioni socio-economiche risultino essere disagiate (artt. 3 e 34)“.