In un documento inviato ai Presidenti della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, dell’ANCI, dell’UPI, dell’UNCEM e al Ministro dell’istruzione, la CGIL prende posizione contro il ritorno degli anticipi di iscrizione nella scuola dell’infanzia. La presa di posizione contraria è sottoscritta dalla Cgil confederale, dal sindacato scuola FLC-Cgil e dal sindacato della Funzione pubblica FP-Cgil.

La CGIL tutta “esprime ferma contrarietà all’anticipo perché esso non tiene conto dei bisogni dell’infanzia, non nasce da motivazioni pedagogiche, ma deriva da furbesche scorciatoie per mascherare la carenza e spesso anche l’assenza di servizi per la fascia 0- 3 anni e per attuare risparmi sulla pelle dei bambini“.

La CGIL, la FLC CGIL, la FP CGIL “sono consapevoli della carenza dei servizi nella fascia 0-3 e delle difficoltà che incontrano le famiglie sia nel trovare ‘il posto’ per il figlio, sia nell’affrontare rette spesso troppo consistenti per i bilanci delle famiglie e sono anche ben consci che il nostro paese è ancora molto lontano dagli obiettivi di Barcellona del 2002 per quanto riguarda i servizi educativi (33% di offerta), ma respingono – senza dubbi – l’anticipo come soluzione al problema, perché ritengono che prima di tutto vada posta l’attenzione alle bambine e ai bambini e vadano tutelati i loro diritti“.

A proposito dei costi per i servizi, nel comunicato si critica Tuttoscuola perché la nostra rivista avrebbe affermato “pari-pari che con l’anticipo, iscrivendo i figli alla scuola dell’Infanzia anziché al nido, si ottiene un notevole risparmio ed invita i genitori ad approfittare di questa occasione“.

Chi ci legge attentamente sa benissimo che non abbiamo mai fatto il tifo per gli anticipi, né per quelli dell’infanzia né per quelli della primaria. Constatare, come abbiamo documentato, che le famiglie per risparmiare vogliono l’anticipo e le sezioni primavera, perché sono servizi con costi inferiori al nido, è fare informazione, non propaganda.