Napolitano: unità nazionale per dare futuro ai giovani

Nel breve ma intenso discorso televisivo rivolto agli italiani dal presidente Giorgio Napolitano in occasione del 2 giugno, anniversario del referendum che ha dato vita alla Repubblica, centrale è apparso il richiamo alla “profonda preoccupazione” che il “protrarsi e l’aggravarsi della recessione, la crisi diffusa, in molti casi drammatica, delle imprese e del lavoro” suscitano nel Paese.

Ma diciamo a noi stessi, come all’Europa e al mondo”, ha proseguito Napolitano, “che a queste difficoltà non ci pieghiamo, che vi reagiamo convinti di poterle superare. Purché scatti uno sforzo straordinario di mobilitazione operosa e di coesione sociale, e insieme un impegno efficace e convergente di governo e Parlamento”.

Il Presidente ha poi accennato al fatto che anche in Europa “si impone all’ordine del giorno come problema numero uno quello del creare occasioni e prospettive di lavoro per vaste masse di giovani che ne sono privi”, un tema che secondo l’ultimo rapporto Ocse (che approfondiamo nelle news successive) riguarda molti Paesi ma in particolare quelli, come l’Italia, dove il fenomeno della disoccupazione giovanile raggiunge punte elevate.

L’invito che il Presidente Napolitano rivolge alle forze politiche, “a cominciare da quelle maggiori”, è a “discutere e confrontarsi tra loro liberamente ma con realismo e senso del limite, senza mettere a rischio la stabilità politica e istituzionale, in una fase così delicata della vita nazionale”, e a fare presto, evitando di scivolare “di nuovo verso opposte forzature e rigidità e verso l’inconcludenza”.

Il tempo che Napolitano assegna ai partiti è poco: “Di qui al 2 giugno del prossimo anno, l’Italia dovrà essersi data una prospettiva nuova, più serena e sicura”. Una sfida. E le politiche volte a combattere la disoccupazione giovanile – con una disoccupazione complessiva prevista in aumento al 12,5% nel 2014 in mancanza di interventi – ne saranno certamente un banco di prova.