Addio ad Andrea Camilleri. Quando disse agli studenti di rifare la politica

Lo scrittore Andrea Camilleri è deceduto all’ospedale Santo Spirito di Roma dove da tempo era ricoverato dopo un arresto cardiaco. Prima del malore l’inventore del Commissario Montalbano, autore bestseller, 93 anni, si stava preparando per essere per la prima volta alle antiche Terme di Caracalla con lo spettacolo che racconta la sua Autodifesa di Caino. «Se potessi vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano» ha detto più volte Camilleri. Tuttoscuola vuole ricordarlo quando, con passione, parlava agli studenti di politica.

Nello specifico, un paio di anni fa, Andrea Camilleri, ospite del Liceo classico Empedocle di Agrigento da lui stesso frequentato, consigliava agli studenti di «a non credere ai Renzi o ai CinqueStelle» perché «sono già cadaveri, già fuori dalla vostra storia e dal vostro avvenire. Teneteli lontani dal vostro avvenire. Fatevelo voi…».

Ed ancora: «Voglio darvi un consiglio: rifate la politica che è diventata quasi sinonimo di disonestà. Ricordatevi Pericle, il discorso che fa sulla democrazia. Applicatelo. Voi giovani siete in condizioni di farlo». Infine una riflessione sui vecchi e i giovani, sulle responsabilità degli adulti: «Anch’io mi sento responsabile… Ho vissuto l’entusiasmo del 1945, del 1947 per rifare l’Italia. E poi? Poi io consegno a mia pronipote e a voi un futuro incerto. Questo è un fallimento che mi porto nella tomba».

Ma non era un invito ad estraniarsi dalla vita pubblica: «È facile cadere nell’antipolitica – diceva Camilleri due anni fa -, ma il populismo è la fiammata di un mattino».