Si può capire come e perché il "Corriere della Sera", nel giorno di lancio della sua collana di "classici dell’arte", abbia chiesto al ministro dell’Istruzione di esprimere una valutazione sul rilievo dell’arte nella formazione dei giovani, e si può capire (meno, però: sembra una sponsorizzazione dell’iniziativa del Corsera) che il ministro Moratti non abbia voluto rinunciare ad esprimere il suo punto di vista in materia sul più importante quotidiano italiano, impegnata com’è nell’attuazione della riforma che reca il suo nome.
Quel che non si capisce è perché nessuno abbia tolto dalla frase finale del testo firmato dal ministro un "ci" di troppo. Scrive il ministro (o le si fa scrivere) sul "Corriere" del 3 settembre 2003, pag. 36: "Per questo riteniamo significativa l’iniziativa del "Corriere" che ci auspichiamo susciti grande interesse in modo particolare fra i giovani". Un errore da matita blu. O un refuso?
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