Maturità 2022: 7 studenti su 10 la vogliono senza prove scritte. Il Ministero deciderà prima di Natale

Una Maturità senza prove scritte ma con un elaborato sulle materie d’indirizzo, preparato prima, e con il maxi-orale, più lungo del solito. Sarebbe questa la formula che, secondo i maturandi, dovrebbe essere adottata anche per l’esame di Stato 2022, replicando quanto avvenuto nel biennio 2020-2021. A chiederlo a gran voce ben 7 ragazzi su 10, tra i 2.500 studenti di quinto superiore intervistati in questi giorni dal portale Skuola.net, proprio nelle settimane in cui si avvicina il momento di capire che direzione prenderà il Ministero dell’Istruzione per il prossimo giugno.

Il motivo che spinge così tanti ragazzi a chiedere a gran voce la maturità “leggera”? La stragrande maggioranza (77%) è convinta che, nonostante la didattica da settembre si stia svolgendo praticamente sempre in presenza, gli effetti negativi della Dad hanno segnato inesorabilmente l’ultimo triennio del loro percorso, impedendo di prepararsi al meglio per affrontare un esame completo. Infatti per il 90% degli intervistati, qualsiasi sia il format d’esame scelto dal Ministero, gli effetti negativi della didattica a distanza avranno un impatto sulla preparazione. Mentre il 13%, sempre tra i promotori della maturità ridotta, sottolinea la praticità di una prova del genere specie per rispettare le regole anti-Covid. La restante parte (10%), però, fa un discorso più ampio, dicendo che l’esame classico è ormai superato come metodo di valutazione.

La convinzione che la maturità ridotta sia un ottimo metro di giudizio è talmente radicata nei ragazzi che, proiettandosi in avanti, la renderebbero strutturale, confermandola anche per gli anni a venire, a prescindere dal Covid. A pensarla così sono quasi 9 su 10. Certo, la maggior parte (66%) ammette che servirebbero degli aggiustamenti – anche perché in tantissimi (68%) riconoscono che togliere gli scritti faciliti il compito – ma è un dato di fatto che questa formula piace; per il 20% è addirittura perfetta così com’è. Così come, per il 71%, andrebbe ribadita la composizione delle commissioni: tutti professori interni e solo il presidente esterno. Solamente per il 14% del campione totale, una volta passata la pandemia, dovrebbe tornare l’esame tradizionale.

Correttivi che, per qualcuno, dovrebbe essere introdotti già dal prossimo giro. Circa 1 su 10, infatti, per il 2022 vorrebbe aggiungere all’orale lungo e all’elaborato anche lo scritto d’Italiano (dando ragione a quanti stanno spingendo per riportare all’esame la prova “regina”); mentre il 7% sostituirebbe l’elaborato con la seconda prova sulle materie d’indirizzo, tenendo sempre il maxi-orale. Anche se, tutto sommato, il 90% promuove proprio l’elaborato, in quanto strumento assolutamente adatto a misurare il livello delle competenze raggiunte dallo studente: per il 46% è una degna alternativa al secondo scritto, per il 44% è persino meglio.

Come detto, però, c’è una fetta di fedelissimi, abbastanza consistente (14%) che non si arrende e difende a spada tratta l’esame classico (due scritti più l’orale normale), da riportare in sella già alla fine di quest’anno scolastico. Non tanto per questioni contingenti – tra loro solo 1 su 4 pensa che la fase più dura della pandemia sia passata, permettendo di svolgere tutte le prove in presenza – quanto per ragioni personali: circa la metà (48%) al termine del proprio percorso vorrebbe cimentarsi con una maturità completa, molti altri (27%) solo così avrebbero la certezza di venire giudicati come meritano.

In ogni caso, qualsiasi decisione venga presa, i maturandi sperano che il Ministero faccia presto: quasi 2 su 3 vorrebbero avere notizie definitive entro Natale, specie se l’esame cambierà ancora; circa un terzo (32%) si accontenterebbe di sapere qualcosa di più entro gennaio-febbraio, ma solo se la struttura proposta nel 2021 non verrà toccata per niente; appena il 4%, sempre qualora si proseguisse con la maturità dell’era Covid, aspetterebbe la primavera.

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