Maturità 2021, verso il maxi orale. Azzolina vede la maggioranza e stringe sui tempi: ‘Dare certezze’

Maturità 2021: “Dobbiamo decidere a breve” per “dare certezze” alle scuole e agli studenti e “offrire un quadro chiaro”. La prossima Maturità “terrà conto dell’anno in corso” ma dovrà essere comunque un esame “completo, serio, capace di offrire un quadro adeguato delle competenze degli studenti”. Lo ha assicurato la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, intervenendo nella serata dello scorso 20 gennaio alla riunione di maggioranza con gli esponenti delle commissioni competenti di Camera e Senato, secondo quanto si apprende da Ansa. “Nessuna decisione definitiva è ancora stata presa”, ha detto ancora la Ministra, anche se un punto sembra essere abbastanza certo: quest’anno non dovrebbe esserci alcuna ammissione generalizzata alla maturità 2021.

“C’è un forte orientamento a lasciare la maturità 2021 come lo scorso anno, ovvero un maxi orale, con una stretta maggiore sull’ammissione all’esame per incentivare gli studenti a ‘stare sul pezzo’. Questo perché c’è una geografia delle aperture che ci sorprende: non è possibile riuscire a gestirla in modo unitario. La ministra Azzolina sta comunque procedendo a delle consultazioni. Il Pd aveva proposto una prova scritta e una orale ma dobbiamo poter dare certezza al personale scolastico e agli studenti e al momento non è possibile garantire a tutti lo stesso numero di giorni di scuola; il rischio è di dover cambiare le carte in tavola all’ultimo momento“. A dirlo all’ANSA è Bianca Granato, capogruppo M5S in commissione Istruzione al Senato. La decisione finale assunta ieri sera al termine della riunione di maggioranza è che la ministra Azzolina proceda ad altre consultazioni come richiesto anche dai membri delle due commissioni. L’ordinanza sulla maturità deve uscire entro gennaio.

Nonostante sembra che ci si stia orientando nuovamente verso una max orale, sarebbero ancora due a oggi le ipotesi al vaglio. La prima  e più probabile ricalca la maturità 2020: maxi orale in presenza, davanti a una commissione di docenti interni, con presidente esterno. In questo caso, come per il 2020, l’alternanza scuola-lavoro e le prove Invalsi non dovrebbero essere requisito di ammissione agli esami. La seconda opzione sul tavolo della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina è invece una maturità composta da una prova scritta più il colloquio orale. Il Ministero ha comunque intenzione di confrontarsi con gli studenti. Azzolina: “Prima della fine del mese definiremo le regole”. 

Terreno di discussione sono anche le prove Invalsi: un possibile compromesso, secondo quanto riporta IlSole24Ore, potrebbe essere quello di non rendere l’Invalsi obbligatorio ai fini della maturità, ma di far svolgere comunque le prove in vista dei recuperi degli apprendimenti. Idea questa che non sembra dispiacere ai vertici Invalsi: “La scelta, se sarà formalizzata, consente, in questo anno specifico, di fornire dati utili alle attività di recupero e nella lotta alla dispersione”, hanno commentato la presidente dell’istituto, Anna Maria Ajello e il responsabile Area prove nazionali, Roberto Ricci.