Maturità 2018, boom di 100. Cangemi: ‘Mettiamo gli studenti nella condizione di potersi esprimere al meglio’

Boom di 100 alla maturità 2018/3
Intervista a Lidia Cangemi, dirigente scolastica del liceo “Kennedy” di Roma.

Record di 100 al Liceo Kennedy di Roma: 1 ragazzo su 7 hanno ottenuto il massimo dei voti a quest’ultimo esame di Stato. Avete una ricetta particolare per questo successo o è merito di un esame che si avvia a diventare sempre più semplice?

«Come è noto, l’esame di quest’anno è stato svolto senza nessuna variazione di forma rispetto agli scorsi anni, quindi per il buon esito registrato dalle nostre classi finali vanno forse ricercate ragioni più specificamente legate alla nostra interpretazione della didattica e alla costruzione di un ambiente educativo che cerchi di promuovere l’investimento nel sapere come investimento nella ricerca di sé da parte delle ragazze e dei ragazzi. Consideriamo infatti particolarmente significativi gli scarti in positivo rispetto ai dati nazionali, tutti complessivamente in crescita. Tra questi ci pare particolarmente importante registrare il fatto che più di 1 su 4 dei nostri studenti abbia conseguito una valutazione superiore ai 90/100».

Inutile dirlo: obiettivi del genere si raggiungono anche mixando un buon metodo di studio e la giusta motivazione… C’è una leva particolare sulla quale fate forza per motivare i ragazzi e farli arrivare ad avere risultati così brillanti?

«Noi siamo una scuola che si muove, nella quale gli allievi imparano da subito che tutte le risorse disponibili, strumentali, umane, relazionali sono realmente a disposizione di ciascuno e tendono a incrementarsi tenendo conto anche dei bisogni e dei desideri specifici che emergono nel lavoro in classe e nei rapporti con le famiglie. In questo modo riusciamo a costruire ogni anno una proposta integrata di esperienze anche extra-curricolari che mettono gli studenti nella condizione di esprimersi al meglio. La possibilità di esplorarsi negli ambiti che si riconoscono come più congeniali, dall’arte alle nuove tecnologie, dal cinema al teatro e alla comunicazione Web, contribuisce notevolmente a motivare e a sviluppare forme attive di apprendimento che si rivelano utilissime in occasioni in cui la qualità della performance è fondamentale, come l’Esame di Stato».

Alternanza Scuola Lavoro: che peso ha avuto in questi ultimi esami e con quale spirito l’hanno svolta i ragazzi del Kennedy?

«Ci siamo impegnati con determinazione nell’allestimento di un catalogo condiviso di opportunità altamente qualificanti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, instaurando in diversi settori molte partnership importanti, dalla Consob alla Banca d’Italia, dai dipartimenti delle facoltà tecnico-scientifiche delle università romane alla Festa del Cinema, da realtà del terzo settore come Sea Shepherd ad aziende che sviluppano start-up. Tutti gli studenti ne hanno riferito con compiutezza nel loro colloqui d’esame, mostrando di aver ricavato da queste esperienze un consolidamento della consapevolezza dei propri interessi e dei propri punti di forza da spendere anche in un mondo del lavoro così mobile come è quello che si sta definendo nel nostro tempo».

La vostra è una delle scuole che fa parte del progetto Dada (Didattiche per ambienti di apprendimento). Di cosa si tratta? Possiamo attribuire a questo progetto almeno una parte del successo ottenuto alla maturità 2018?

 «Il progetto DADA è diventato negli ultimi anni una vera marca identitaria per la nostra comunità educante. Il progetto consiste nella creazione di ambienti di apprendimento attivi dove gli studenti diventano sempre di più soggetti positivi della propria formazione e favorisce la diffusione, nella didattica quotidiana, di approcci operativi che tengono conto della “piramide dell’apprendimento” in cui il “fare” garantisce una migliore sedimentazione delle conoscenze oltre che l’acquisizione di abilità e competenze. Il ripensamento della modalità di fruizione degli spazi educativi implica una necessaria fluttuazione da parte degli studenti tra le “isole didattiche”. Questo approccio “dinamico e fluido”, considera gli spostamenti degli studenti  una buona occasione per l’ottimizzazione dei tempi morti, nei cambi d’ora, e uno stimolo “energizzante” per la capacità di concentrazione, come testimoniato da accreditati studi neuroscientifici.
In quanto tale, il progetto rende gli allievi più autonomi e protagonisti delle loro strategie di apprendimento, più in grado di cooperare e ciò incide in modo estremamente positivo sulla capacità di preparare e superare prove significative come l’esame finale».

Preside Cangemi, come commenta i risultati di questo esame di maturità, l’ultimo prima delle modifiche che lo vedranno protagonista semplificandolo ulteriormente l’anno prossimo?

«Da quanto sappiamo, la nuova forma dell’Esame di Stato non è in realtà il prodotto di una semplificazione di quello attuale. Ci sembra piuttosto che sia improntato di un diverso spirito.
I risultati ottenuti quest’anno ci mostrano che le scelte che quotidianamente compiamo vanno nella giusta direzione e rafforzano la nostra determinazione a proseguire in un cammino di miglioramento continuo che ponga sempre al centro i bisogni e le potenzialità degli studenti».