Maturità con commissari tutti interni: l’oscillazione del pendolo

Non è ancora chiaro in che modo, o meglio con quale strumento giuridico, sarà cambiato l’esame di maturità 2015 (decreto, Legge di stabilità, altro provvedimento). Quel che sembra certo è che cambierà ancora una volta la composizione della commissione d’esame, che tornerà ad essere formata solo da commissari interni.

Lo ha annunciato il ministro Stefania Giannini nell’intervista di qualche giorno fa a Repubblica: “Nella stagione 2015-2016 dovremo tornare ai commissari interni, niente più convocazioni da lontano. E un presidente di garanzia, che non deve arrivare per forza da fuori provincia”.

Una soluzione molto simile a quella già varata dal ministro Letizia Moratti all’inizio del 2002 sulla scorta di una norma ad hoc inserita nella Legge finanziaria (progenitrice della Legge di stabilità) e che portò ad un risparmio valutato in 75 milioni di euro.

Anche allora vennero avanzate motivazioni di tipo economico, che però furono sovrastate nel dibattito da altre di tipo pedagogico ad opera soprattutto di Giuseppe Bertagna, pedagogista di Bergamo ispiratore della riforma Moratti: solo chi ha lavorato a lungo con gli alunni è in grado di valutarne risultati e potenzialità.  

Nella decisione che il ministro Giannini si appresta ad assumere (ma “ascolteremo i pareri, in questi due mesi, anche su questo argomento”, ha anche aggiunto, riferendosi però più alle modalità delle prove che alla composizione delle commissioni) pesa il fatto che anche dopo il ripristino delle commissioni metà e metà (Fioroni dal 2007) le percentuali di promozione all’esame non sono affatto diminuite, anzi hanno superato il 99%. E allora tanto vale che a gestire l’esame siano gli stessi insegnanti della classe con un presidente esterno, come già avviene per l’esame di licenza media, che pure ha natura di esame di Stato conclusivo di un ciclo.