Maturità: circolano proposte sulle commissioni interne

Tra i provvedimenti urgenti della imminente legge di stabilità 2015 vi sarà quasi certamente la riforma delle commissioni interne dell’esame di Stato (maturità 2015).

Quando mesi fa il ministro Giannini aveva ipotizzato questa riforma, si era capito subito che la ragione vera del cambiamento prospettato era il risparmio di risorse economiche anziché un ripensamento del sistema di valutazione.

Un risparmio, come tanti altri, per contribuire al finanziamento del megapiano di assunzioni della Buona Scuola.

In una logica da ping pong (commissioni esterne sì, commissioni esterne no), da quindici anni le commissioni di maturità sono al centro del dibattito tra oggettività della valutazione (commissari esterni) e valorizzazione del curricolo dello studente (commissari interni).

Come il ministro Moratti, anche la Giannini propende per i commissari d’esame tutti interni e con il solo presidente esterno, come già avviene da sempre per l’esame di Stato al termine del primo ciclo (esame di licenza).

C’è chi ha suggerito una soluzione intermedia, che azzera i costi ma che garantirebbe contemporaneamente una certa oggettività di giudizio. Quale?

I componenti di commissione, tutti interni all’istituto, anziché essere scelti tra i docenti della classe, potrebbero, invece, essere scelti tra i colleghi dei corsi paralleli, come ha suggerito uno studente diplomando.

Non vi sarebbe spesa come vuole il MEF e potrebbe essere assicurata una maggior oggettività valutativa come richiedono in tanti. Gli ‘esterni/interni’ potrebbero costituire la totalità dei membri di commissione o una quota di almeno il 50%. Non mancherebbero controindicazioni, ma può essere un’alternativa tra quelle da valutare.