Maturità 2013: eccesso di contemporaneità?

Che cosa si deve pensare di questa proiezione iper-contemporaneista che ha caratterizzato le scelte dei due ingegneri-scienziati che si sono succeduti alla guida del ministero di viale Trastevere, l’attuale titolare Carrozza, che ha detto di aver fatto le scelte definitive, e il suo predecessore Profumo, che le prove le aveva fatte preparare già da tempo? 

Quanto meno che questa loro (ma non solo loro, ovviamente) tendenza a privilegiare il presente ha inteso venire incontro agli interessi e al linguaggio dei giovani. Ma anche che con questa scelta si è rinunciato quasi completamente – in una occasione forse ormai rituale ma sempre di forte sapore simbolico come l’esame di maturità – a richiamare l’attenzione dei maturandi sulla dimensione storica, su una lettura critica della contemporaneità possibile soltanto se questa viene inquadrata in una prospettiva più ampia, che ne faccia cogliere gli aspetti problematici, gli echi dei processi di lunga durata, le similitudini e le differenze rispetto al passato.

Questa propensione a privilegiare il presente, e il forte accento posto dai due ministri sull’innovazione tecnologica, che spinge verso un futuro dominato dalla tecnica e dalle tecnologie, rischia di avere conseguenze sulle quali è opportuno riflettere: può indurre gli insegnanti di italiano a ridimensionare se non a trascurare la letteratura (storia e testi) per puntare sulla valenza tecnico-strumentale della lingua, e soprattutto spinge gli altri insegnanti – non solo quello di storia (che spesso coincide con quello di italiano), ma anche quelli di materie tecniche e scientifiche – a ignorare la storicità e quindi la problematicità, il carattere aperto e non assoluto, dogmatico, delle materie da loro insegnate.