Maturità 2009/3. Ma l’esame non potrà essere riformato prima del 2013

Il ministro Gelmini ha già annunciato che dal 2010, con la riforma della secondaria superiore, l’esame di Stato cambierà. È meglio, comunque, non farsi illusioni, perché da qui a pensare che questa sia l’ultima volta o quasi della maturità nata dieci anni fa con la riforma Berlinguer, ne passa. Eccome.

Bisognerà aspettare infatti l’anno scolastico 2013-2014 (per il simultaneo avvio a riforma dei primi due anni di corso) perché le classi riformate a cominciare dal 2010-11 arrivino finalmente al quinto anno. Solamente allora cesseranno di esistere le 900 tipologie d’esame tra indirizzi, maxi sperimentazioni, sperimentazioni assistite che hanno frantumato in questi anni la maturità in tantissime parti con altrettante tracce da preparare e controllare.

Un sistema difficile da organizzare e ancor più difficile da controllare, viste le fughe di notizie provenienti dagli istituti e i probabili aiutini dall’esterno, inviati con i sofisticati mezzi della tecnologia di cui gli studenti, ancor più dei commissari d’esame, dispongono.

Il prof. Benedetto Vertecchi è stato crudo nel suo giudizio: l’esame così com’è non serve: “è una farsa, una sceneggiata che peraltro serve a poco, visto che chi vuole andare all’università tra poco dovrà sostenere un altro test dove il voto della maturità non conta nulla“.

Un voto di maturità che non conta quasi nulla, perché l’Università, non fidandosi della scuola e dei sistemi di valutazione degli alunni, ha quasi annullato l’idea dell’ex-ministro Fioroni, confermata dal ministro Gelmini (che è anche ministro dell’università), di valutare gli esiti scolastici ai fini dell’ammissione all’università.

Per ridare quindi, da subito, credibilità all’esame e confermare anche il valore legale del titolo di studio, occorre pensare, forse, alla formula Invalsi, cioè ad una prova oggettiva che non consente fughe e, soprattutto, aiuti esterni in questo sport nazionale dell’esame parallelo via web.