Maturità 2009/3. La terza prova si internazionalizza (e torna alle origini)

La novità più importante preannunciata dal ministro Gelmini nel suo video su youtube riguarda la terza prova, introdotta per la prima volta nel 1999 a seguito della riforma dell’esame di Stato tenacemente voluta dall’allora ministro Berlinguer.

Il ministro vorrebbe che “in un futuro molto vicino la terza prova della maturità fosse una prova valutata con criteri particolarmente oggettivi sulla falsariga dei test internazionali“, e ha indicato come possibile modello quello sperimentato nello scorso anno scolastico per la terza media.

Si dovrebbe trattare dunque di un test nazionale standardizzato con prove oggettive e semistrutturate (quesiti a risposta multipla e aperta), prove che per la terza media riguardano italiano e matematica ma che per la secondaria superiore potrebbero anche estendersi alle discipline caratterizzanti dei diversi corsi. Attualmente la terza prova prevede tre principali tipologie di test: la tipologia “A” (trattazione sintetica di argomenti: massimo 20 righe), “B” (quesiti a risposta singola: 5-10 righe) e “C” (quesiti a risposta multipla).

In questo modo, e con le prove INVALSI per gli anni intermedi, il nostro Paese si avvicinerebbe a quelli che prevedono, sia pure con modalità e scopi diversi, prove nazionali standardizzate. Si  tornerebbe in questo modo, tra l’altro, al modello di terza prova che era stato inizialmente progettato per l’esame di maturità, prima che il Parlamento, con maggioranza bipartisan, approvasse un emendamento volto ad affidare alle commissioni d’esame la predisposizione dei quesiti, in omaggio all’autonomia dei singoli istituti, in quel momento sugli scudi (ma forse, in questo caso, malintesa).

Ci vorrà, però, una modifica della legge 425/1997. Tempi non brevi, dunque. Intanto la Gelmini, rivolgendosi direttamente agli studenti, ha chiesto la loro opinione in merito. Sarà interessante conoscere le risposte.