Maturità 2009/2. Nel 2011 sarà un po’ più internazionale

Per quali ragioni il ministro sta pensando ad ulteriori modifiche dell’esame di maturità?

Anche se un po’ alleggerito (7 pagine di “consegne” anziché 9) e in parte attualizzato (le foto, i riferimenti a internet, ai new media e a Facebook) l’esame conserva le caratteristiche e i limiti manifestati nell’ultimo decennio, da quando la riforma Berlinguer (1999) ha preso il posto del preesistente, non più difendibile modello sperimentale (durava dal 1969…).

Tra i limiti la mancanza di criteri oggettivi e uniformi per la valutazione delle prove, il carattere a volte poco professionale delle commissioni d’esame, la scarsa attendibilità del voto finale, sistematicamente più alto al Sud che al Nord, e soprattutto l’inconsistenza della “terza prova”, la cui predisposizione è affidata dalla legge 425/1997 alle singole commissioni d’esame.

Probabilmente Mariastella Gelmini è rimasta colpita dalla solenne bocciatura della scuola italiana nelle indagini comparative internazionali, ribadita anche nell’ultimo rapporto OCSE di due settimane fa. Indagini che per quanto riguarda i livelli di apprendimento degli allievi si avvalgono di rigorosi test oggettivi preparati da esperti di varie nazionalità.

E’ possibile quindi che il ministro intenda promuovere la diffusione di tali tipi di test, che non appartenendo alla tradizione della scuola italiana mettono in difficoltà i nostri alunni (però non quelli del Nord-Est…). Un strada potrebbe essere quella di sostituire  l’attuale terza prova “locale” con una più simile a quelle utilizzate nelle indagini internazionali: una prova nazionale, unica, oggettiva, i cui esiti possano essere valutati sulla base di griglie appositamente predisposte. Se si andasse in questa direzione, ci sarebbe probabilmente un effetto retroattivo sulle modalità di insegnamento e apprendimento della nostra scuola.