Maturità 2009/1. Tra tradizione e innovazione

I temi di quest’anno sono stati giudicati favorevolmente non solo dalla maggioranza dei commentatori ed esperti di cose di scuola, ma anche da personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, e dagli stessi candidati che li hanno affrontati.

Non ci sono state fughe di notizie (caso mai qualche previsione azzeccata), né errori clamorosi come quello che l’anno scorso costò il posto all’ispettrice Petruzzi.

Promozione con lode, dunque, per gli esami 2009? Diremmo di no, perché, a parte alcune critiche che pure hanno colpito questo o quel singolo tipo di traccia (le fotografie belle ma “datate”, secondo Oliviero Toscani, del saggio breve sulla cultura giovanile; la scelta di Svevo per l’analisi del testo, “l’opzione più cinica e scolastica”, nel senso di conformista, secondo Edmondo Berselli; la stecca nella traccia dello sperimentale musicale), è stato lo stesso ministro Gelmini a prendere le distanze dall’attuale forma dell’esame di maturità.

Avevo promesso tracce di italiano più chiare, con meno pagine e che evitassero virtuosismi non necessari. Credo di aver mantenuto la promessa“, ha detto il ministro, introducendo alcune innovazioni “all’interno della grande tradizione della maturità italiana“. Ma poi ha aggiunto di non essere ancora soddisfatta del tipo di esame attualmente previsto a conclusione della scuola secondaria di secondo grado, e di considerare più affidabile, per oggettività e rigore nella preparazione dei testi, una prova del tipo di quella predisposta dall’INVALSI  per l’esame di licenza media di quest’anno. Il ministro non è scesa in dettagli, ma ha accennato a una data: l’esame potrebbe cambiare in coincidenza con l’attuazione della riforma della scuola secondaria superiore, cioè dal 2010-2011.