Maturità /2. Si torna alla 425. Ma basta?

Nella piattaforma elettorale dell’Unione la revisione dell’esame era uno dei punti fermi del programma di politica scolastica (“Il secondo ciclo di istruzione, in ogni caso quinquennale, si conclude con un esame di Stato, con commissioni a prevalente composizione esterna“).
Certo è che se si vuole davvero modificare la composizione delle commissioni in previsione della maturità 2007 bisogna far presto. E non basta, ovviamente, un provvedimento amministrativo, perché la materia è regolata dalle legge: la via più semplice sarebbe quella di abrogare quel passaggio della Finanziaria 2002 con il quale si emendava la legge n. 425/1997 (riforma dell’esame di Stato), nel punto in cui si prevedeva che i commissari fossero per metà interni e per metà esterni, con il presidente esterno. Serve dunque una legge, e un finanziamento ad hoc, anche nell’ipotesi minimale del ripristino della 425.
Il solo ritorno alla 425 non sarebbe in grado peraltro, secondo alcuni, di restituire credibilità e valore sostanziale all’esame, e dovrebbe essere accompagnato almeno dall’integrazione delle prime due prove con altre a carattere oggettivo, magari riportando a livello centrale i contenuti della “terza prova” e i criteri per la sua valutazione (occorre cambiare la 425) o dando attuazione al decreto legislativo 286/2004 della legge n. 53, quello che assegna all’INVALSI (Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema di Istruzione) la predisposizione e la valutazione di prove oggettive che affianchino quelle gestite dalle commissioni.
La legge di modifica della 425 dovrà però essere approvata almeno entro l’anno 2006, per essere efficace per la “maturità” 2007. Si troverà una maggioranza in Parlamento per approvare rapidamente una legge ad hoc? O toccherà di nuovo a una legge finanziaria, quella del 2007, intervenire sulla struttura dell’esame?