Manovra economica, Matteo Renzi: ‘Guerra ai diplomifici’

Il presidente del Consiglio nella Manovra economica bypassa la Buona Scuola e pensa ad una nuova strategia, individuando una battaglia simbolo

La Manovra economica, quella che un tempo si chiamava Finanziaria, come si sa, ha appena passato il primo vaglio della Camera: “Accompagnerà per tutto il 2017 – ha dichiarato subito il presidente del Consiglio Matteo Renzi – a prescindere da cosa accadrà col referendum costituzionale”. Ma parlarne e scriverne è inevitabile, soprattutto per capire cosa avverrà se il 4 dicembre avrà vinto il No. 

Le modifiche – Resterà questo Bilancio, appena approvato dalla Camera e che dovrà passare dal Senato e, presumibilmente, tornare a Montecitorio per un terza e definitiva lettura? Non è la legge di stabilità all’Achille Lauro – l’ha definita Renzi – ma è la Manovra che accompagnerà tutto il 2017”. 

Ascolta le parole di Matteo Renzi

 

Guerra ai diplomifici – Il premier dunque ha provato a rassicurare, così come del resto ha tentato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e, soprattutto, ha sottolineato ogni elemento positivo, specie sulle tasse.  Ventitré miliardi di tasse in meno, e non era così scontato. Fino a qualche anno fa, se c’erano terremoti si aumentavano benzina, sigarette, Iva. Per noi invece la riduzione delle tasse era decisiva: via irap, via imu prima casa, via tassa agricola”.  Sulla scuola il presidente del Consiglio in particolare ha dichiarato “guerra ai diplomifici, come si è potuto ascoltare direttamente dalle sue parole nell’audio di questo Articolo.  

Le pensioni – E ancora: venti miliardi per l’industria 4.0, se gli imprenditori vorranno investire nella propria azienda potranno farlo quest’anno. Sul fronte-pensioni, infine, da 30 a 50 euro al mese in più per quelle sotto ai mille euro, cioè per le minime, ed è la prima volta che accade, oltre alla possibilità di ricongiunzione delle pensioni, attesa soprattutto dai giovani professionisti. Però, come già  detto, si ragiona soprattutto sul dopo. Scuola compresa. Sembra paradossale ma non lo è: cosa succederà da lunedì prossimo?