Mattarella: la scuola contro la mafia

Sconfiggere le mafie è possibile, oltre a essere una necessità vitale per l’equilibrio e lo sviluppo del Paese”. La ferma affermazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è contenuta nel messaggio inviato agli organizzatori del convegno svoltosi a Palermo in occasione del trentaquattresimo anniversario dell’omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, assassinati il 30 aprile 1992.

Fondamentale, ha ricordato il Presidente, è il ruolo della scuola, ed è per questo che “il progetto educativo antimafia, al quale continuate a lavorare, rappresenta un’azione positiva di sensibilizzazione e di crescita della coscienza sociale”.

Per sconfiggere le mafie, “accanto al lavoro delle istituzioni, della magistratura, delle forze dell’ordine, è necessario che i cittadini avvertano di essere partecipi e protagonisti dei cambiamenti sociali, che il rispetto della legalità si affermi nell’esperienza quotidiana, oltre che nella prassi delle amministrazioni”. E alla radice del rispetto della legalità sta l’interiorizzazione della norma, del suo principio fondante, che passa attraverso l’azione educativa.

Per sconfiggere la mafia, ha aggiunto Mattarella, bisogna attivare gli anticorpi, tra i quali vanno collocate anche le iniziative che si svolgono nella scuola, e poi “svilupparli e fare in modo che operino insieme, in alleanza tra loro. Tanto più questo principio vale oggi, quanto più diffusi sul territorio nazionale sono i tentativi di condizionamento e di infiltrazione”.

Il riferimento costante del Presidente è ai giovani: “Sono il nostro futuro. Tocca anche agli adulti aiutarli a liberare la loro speranza, farla diventare contagiosa e costruire insieme una società libera dalle organizzazioni criminali, dalla loro influenza, dalla corruzione che cercano di alimentare”.