Mai più. Dalle Fosse Ardeatine al Condor

Un libro utile per insegnare educazione civica nelle scuole, appena edito da Castelvecchi: “Mai più. Dalle Fosse Ardeatine al Condor”, a cura di Anna Maria De Luca, giornalista e dirigente scolastico, collaboratrice di Tuttoscuola.

Ci sono processi e processi. Alcuni restano nella Storia e ne influenzano il corso. L’avvocato Giancarlo Maniga  ha dedicato la vita a lavorare non su una materia “innocua, chiusa nelle pagine di storia” ma su temi vivissimi e ancora pericolosi ai tempi dei processi, come hanno dimostrato alcuni eventi quali l’ordigno collocato presso l’ambasciata italiana a Buenos Aires nei giorni in cui era in Argentina per cercare i testimoni da portare a processo in Italia o la presenza della moglie di Hass a Roma durante il processo Priebke.

Seguendo i processi, la De Luca denunciò su «la Repubblica» episodi davvero inquietanti accaduti in quei giorni. “In quel mio turbinio di emozioni – spiega a Tuttoscuola – ho esplorato una galleria di paesaggi umani di cui spero si possa sentire, intravedere, in filigrana, pagina dopo pagina, le emozioni e la forza. Udienza dopo udienza ho imparato a conoscere la granitica calma dell’avvocato Maniga anche nei momenti più dolorosi, davanti agli abbracci di ex prigionieri che si ritrovavano con noi a Rebibbia per la prima volta, miracolosamente sopravvissuti e liberi, davanti alle prove, alle foto in bianco e nero, alle testimonianze. Un orizzonte di speranza sottende questo libro: l’idea che tutti noi, insieme, possiamo costruire una “comunità di eredità” capace di trasmettere alle generazioni future, potentemente, ciò che queste pagine raccontano, il tentativo di innescare, in chi legge, dinamiche capaci di travalicare il caso specifico oggetto di giudizio per affondare le radici nella ricostruzione di periodi particolarmente significativi della nostra storia e come monito per il futuro”.

Tra i ricordi indelebili, gli occhi di Fresia Cea, moglie del povero Omar Venturelli, quando vide svanire per sempre quella possibilità che l’aveva tenuta in vita: ottenere giustizia per suo marito. Riguarda Fresia uno degli episodi che la De Luca aveva all’epoca dei fatti denunciato su Repubblica, qualche giorno prima dell’assoluzione di Podlech:   insieme alla nipote di Salvador Allende, Fresia era stata portata via dalla polizia, a Roma, solo perché nella piazza del Vaticano cercava di attirare l’attenzione sul caso di suo marito, temendo quel che poi in effetti è successo. Aveva vissuto per dare giustizia a suo marito, aveva intuito movimenti strani e aveva provato a denunciarli. “Ricordo i suoi occhi, quel giorno. È una delle immagini che non dimenticherò mai: racconta come la giustizia, ancora oggi, possa essere difficile da ottenere. Non sono successi scontati quelli ottenuti dall’avvocato Maniga. Le lacrime e gli abbracci di amara, amarissima soddisfazione delle persone da lui assistite, le cene serali a base di ricordi e di tango, con in mano le foto dei ragazzi scomparsi: mi ritengo privilegiata per aver potuto partecipare a quei momenti. Nelle aule giudiziarie abbiamo visto sfilare emozioni, storia, vita, diritto. Personalmente, ho ritrovato nell’aula bunker di Rebibbia un ramo di famiglia che era emigrato dall’Italia prima che io nascessi e che ha combattuto perla libertà dell’Argentina. Dedicare alla capostipite, Angela Maria Aieta, dopo il processo Esma, la scuola che oggi mi trovo a dirigere è stato uno dei doni che la Storia a volte fa a chi, in qualche modo, si impegna per la memoria affinché ciò che è accaduto non accada mai più. Ogni giorno ci sono centinaia di bambini che iniziano la loro giornata scolastica leggendo il suo nome sulla porta”.

Nel libro Maniga e De Luca hanno scelto di non seguire l’ordine pedissequo dei passaggi procedurali (per altro rievocati e spiegati, nelle linee essenziali); optando per un racconto che procede a grandi passi: dalle Fosse Ardeatine, oggetto del processo Priebke e Hass, alle stragi avvenute in Argentina, oggetto dei processi Suárez Mason e Esma fino ai diritti umani violati in Cile, dopo il golpe di Pinochet e in altri Paesi del Cono Sud. Sono stati processi dalla forte valenza politica grazie ai quali si è riusciti a costringere l’America Latina a superare una volta per tutte l’impunità garantita dai governi seguiti alle dittature; processi che hanno dimostrato che è possibile far condannare in Italia esponenti di regimi intoccabili e potenti, colpevoli di grandi eccidi, legati a doppio filo alle più cruente organizzazioni mai esistite.

Commenta l’avvocato Maniga: “Si è cercato di narrare tutto questo senza compiacimenti; piuttosto, cercando, da un lato e ripetutamente, di capire, dall’altro di considerare le vicende giudiziarie come unico, anche se postumo, rifugio, unico rimedio. Se queste pagine avranno la forza di ricaricare dal punto di vista motivazionale chi vuole intraprendere o chi già ha intrapreso la professione forense, allora questa fatica potrà dirsi compiuta e i nostri sforzi realizzati. Spero che le scuole sappiano farne strumento utile per insegnare ai ragazzi i diritti umani nella nuova educazione civica”.