Ma le ricostruzioni di carriera dei neo assunti costerebbero un miliardo

La relazione che accompagna il disegno di legge della Finanziaria 2007 prevede, dunque, che le immissioni in ruolo dei precari non determineranno aumenti di spesa.
Sono due i fattori che incidono, probabilmente bilanciandosi, sulla previsione di costo zero per le immissioni di 170 mila persone in tre anni (media annua di 50 mila docenti e 6.667 Ata): il personale da assumere è già a libro paga; molte persone (con stipendi più alti) nel triennio andranno in pensione.
Esaminiamo i due fattori, cominciando da quella dell’invarianza del costo degli stipendi.
Se è vero che lo stipendio iniziale del docente di ruolo è uguale a quello del supplente annuale (per 13 mensilità), occorre precisare che questo non riguarda tutti i precari da immettere in ruolo.
A stipendio pieno vi sono infatti oggi i 24.200 supplenti annuali; non sono pagati tutto l’anno invece i 104 mila supplenti fino al termine delle attività con alcuni nominati su spezzone di cattedra a stipendio ridotto; infine, la metà delle persone da immettere in ruolo proviene dalle graduatorie degli ultimi concorsi e migliaia di loro non lavorano nella scuola oppure sono supplenti saltuari.
Sembra difficile sostenere che per tutti i 170 mila si tratta di stabilizzare solo le situazioni in atto, senza oneri aggiuntivi di stipendio. Almeno un 10% di quei 170 mila non ha nulla da stabilizzare e un altro 70% stabilizza situazioni incomplete.
Se nel primo anno di assunzione i costi aggiuntivi per stipendi annui pieni si faranno quindi già sentire (stimabili in 100-150 milioni di euro per ciascuno dei tre anni), il maggior onere viene dopo il primo anno di assunzione, perché al termine del primo anno di ruolo gli ex-precari (carichi di anni di servizio) hanno diritto alla ricostruzione di carriera (stimabile in un avanzamento di carriera mediamente di almeno 10-12 anni).
Per effetto della ricostruzione di carriera, dal secondo anno di ruolo il costo medio per ognuno dei neo-assunti nel 2007 aumenta mediamente di circa 4.000-4.500 euro annui (oneri compresi) per un totale in ciascun anno di circa 230-255 milioni di euro. Con la seconda tranche di immissioni in ruolo (2008) il maggior costo si raddoppierà, con la terza tranche (2009) si triplicherà. A questo punto, la spesa per stipendi avrà registrato un incremento che sfiorerà il miliardo di euro.