Ma gli orari dei tecnici e dei professionali devono essere ridotti o no?

Tra polemiche, annunci trionfalistici, richieste di dimissioni del ministro, comunicati stampa e controcomunicati, diventa difficile capire quale sia esattamente la ragione del contendere sulle pronunce della magistratura amministrativa a proposito della riduzione degli orari di lezione nelle classi intermedie degli istituti tecnici e professionali. Cerchiamo, quindi, di fare il punto.

Nel maggio 2009 il Consiglio dei ministri approva in prima lettura gli schemi di regolamento dei nuovi istituti tecnici e professionali (è prevista già la riduzione oraria delle classi intermedie); due mesi dopo il Consiglio nazionale della Pubblica istruzione esprime il prescritto parere.

Al termine della procedura consultiva, il Consiglio di Stato esprime parere favorevole (21 dicembre 2009) sui due regolamenti (comprese le riduzioni orarie), pubblicati in Gazzetta ufficiale all’inizio dell’estate scorsa.

A quel punto la riduzione oraria delle lezioni è pienamente legittima e deve solo essere applicata, anche se restano da definire le discipline di studio che dovranno essere ridotte nell’orario, con esclusione di quelle che hanno meno di tre ore settimanali.

Il Miur emana il 1° giugno 2010 due decreti interministeriali nei quali identifica le classi di concorso che dovranno perdere ore, in modo da abbassare l’orario finale a 32 ore settimanali complessive. Nell’occasione, però, omette di acquisire il parere obbligatorio del CNPI.
Questo il motivo per il quale lo Snals, un mese dopo, impugna davanti al Tar Lazio i decreti interministeriali di applicazione dei due Regolamenti.

Il Tar rileva la mancata richiesta di parere (obbligatorio, anche se non vincolante) e sospende l’esecutività dei due decreti fino a tale acquisizione. Il Miur formula la richiesta di parere al Cnpi, e chiede al Consiglio di Stato l’annullamento dell’ordinanza di sospensiva del Tar, che viene respinta.

Conclusione. Non sono stati messi in discussione i regolamenti (inclusa la riduzione delle ore di lezione nelle classi intermedie).

La riduzione oraria, per quanto non gradita, resta. Vanno, invece, rivisti ora gli interventi sulle classi di concorso coinvolte nella riduzione oraria.

A lezioni iniziate e con gli organici già definiti la cosa più saggia da fare è attendere il giudizio di merito del giudice amministrativo.