L’ultima volta delle commissioni interne?

A quasi un mese dall’inizio degli esami di Stato per la maturità 2006 si riaccende la polemica delle Commissioni esaminatrici che, come è noto, da alcuni anni, per effetto della legge finanziaria 2002, sono composte esclusivamente da docenti interni con la sola presenza esterna del presidente.
A invocare il ripristino della composizione paritetica (metà interni e metà esterni) è stata la Flc Cgil-scuola che, per voce del suo segretario, Enrico Panini, ha chiesto al nuovo Governo un deciso intervento in proposito. “Uno dei due provvedimenti urgenti che chiediamo al nuovo governo come segno di discontinuità – ha affermato Panini – è che le prossime commissioni esaminatrici abbiano almeno il 50% degli insegnanti esterni. Questo smaschererebbe il giro di affari e di clientele esistente, che è mostruoso“.
Ricordiamo che, quando si prospettò la precedente modifica della composizione delle commissioni d’esame, l’ex-ministro Luigi Berlinguer lanciò un grido d’allarme per il rischio di favorire il ritorno al diploma facile e agli abusi negli istituti privati.
In effetti da quel momento il numero di privatisti negli istituti privati, sceso precedentemente a poche centinaia in tutto il Paese (348 nella maturità 2001), è aumentato vertiginosamente (16.925 nel 2004), costringendo il ministro Moratti ad intensificare controlli e ad integrare norme legislative di deterrenza (12.432 candidati esterni negli istituti non statali l’anno scorso).
Enrico Panini ha sostenuto che l’aumento degli alunni che vogliono sostenere l’esame nelle scuole paritarie, come interni e come privatisti è “l’effetto delle scelte del ministro Moratti per quanto riguarda i controlli: aumentano i diplomifici, un fenomeno che era in via di estinzione, cioè scuole che garantiscono i diplomi perché nelle commissioni sono presenti soltanto insegnanti della scuola privata“. Panini ha affermato che prima della Moratti il ministero dell’Istruzione si era riservato di controllare le scuole private, mentre ora sono le stesse scuole a controllare se stesse e ciò “ha consentito molti abusi“.