Luci e ombre del decreto sostegni bis

Valentina Aprea, deputata e responsabile scuola di Forza Italia, interpellata dall’agenzia ‘Dire’, sottolinea che il testo “è figlio dell’emergenza Covid, che ha accresciuto le sfide dell’istruzione che sono di natura formativa, educativa ed occupazionale“.
Anche per questo “nel decreto ci sono cose molto buone, perché si cerca di garantire il buon funzionamento del nuovo anno scolastico, a partire dal recupero degli apprendimenti perduti, potenziando anche le attività in questo anno scolastico che sta
per concludersi, ma ci sono anche cose meno buone“, per esempio “la formazione iniziale dei docenti, che viene azzerata dal punto di vista universitario“.

Quindi, osserva Aprea se va bene l’accelerazione dei concorsi, e va bene anche la stabilizzazione dei docenti precari, “non può
andar bene, neppure in epoca post Covid, anzi proprio nel post Covid, una formazione iniziale dei docenti che sia priva di una
specializzazione abilitante“. Forza Italia, conclude la deputata, chiede di prevedere, al di là di questo anno, “concorsi di
laurea magistrale abilitanti e poi, certamente, concorsi per l’immissione in ruolo con procedure accelerate e abbreviate“.

A sua volta sulla sua pagina Facebook il senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vicepresidente della commissione Cultura al Senato, rivela di aver incontrato ieri sera il ministro Bianchi e scrive: “Sono smentite le voci su decisioni già prese per la scuola in riferimento al dl Sostegni bis. Si attende di conoscere l’orientamento delle forze politiche in commissione Bilancio alla Camera, prendendo quindi atto del voto sugli emendamenti (tutti senza costi aggiuntivi per evitare incomprensioni col ministero dell’Economia e delle Finanze), che possono raccogliere un consenso trasversale“. E aggiunge che “Se riusciamo a costruire una maggioranza sugli emendamenti per la scuola, si creano le condizioni per chiedere un decreto Scuola in cui inserire tutto quello che serve“, il vero obiettivo politico. Per questo bisogna evitare inutili scontri sugli emendamenti.