
L’ora di lezione digitale? Seminario (FAD) domani, 8 maggio

Per una pedagogia della relazione nella didattica a distanza: quali orizzonti per la persona educante.
L’E.I.P. Italia Associazione Scuola Strumento di Pace, Ente accreditato per la Formazione , con un network nazionale di 1198 scuole associate, promuove attraverso il suo Ufficio Studi , in collaborazione con il Liceo Artistico Enzo Rossi di Roma, scuola caporete Rete Nazionale Licei Artistici, un seminario in cui intende riportare al centro della riflessione la dimensione pedagogica nella scuola dell’emergenza Covid 19, in cui sempre più forte si invera il ruolo della “persona educante” per la “ comunità educante”.
Il Seminario che figura sulla piattaforma Miur Sofia con il ID 43585 si terrà venerdì 8 maggio dalle ore 15,00 alle ore 17,00, sotto forma di Tavola Rotonda virtuale. Con l’aiuto di esperti, dotati di scienza e conoscenza della prassi sul campo e di rappresentanti istituzionali intende provocare una riflessione, insieme a dirigenti e docenti che tutto questo lo hanno vissuto, su un tema caldo di questa nuova esperienza di didattica a distanza, quale profilo di “pedagogia digitale” per la crescita umana, culturale e civile del cittadino nella dimensione personale oltre che in quella sociale?
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Certamente un profilo di pedagogia digitale per la crescita umana, culturale e civile dello studente, cittadino nella dimensione personale oltre che in quella sociale e in una dimensione futura su quali basi di senso edificare un modo di fare scuola paradigmatico anche nel post-pandemia.
Che cosa salvare e recuperare della relazione educativa in presenza, dell’ empatia relazionale tra docente e studente, studente e studente, docente e docente, docente e famiglia, quale modello proporre per una efficace relazione pedagogica “a distanza”, alla luce del fatto che i livelli di interazione didattica abituali sono dilatati nel tempo e nello spazio?
Dal nostro Osservatorio abbiamo potuto registrare che i profondi cambiamenti che hanno colpito le vite e le abitudini sociali hanno generato nella pratica didattica risposte eterogenee, a volte “istintive” (istinto di sopravvivenza scolastica), “etiche” (assunzione di una responsabilità civica ed educativa da parte del docente), “critiche” (mancanza di preparazione rispetto ai cambiamenti comportati dalla DAD).
Tutti noi abbiamo osservato come l’esperienza delle ultime settimane abbia messo in evidenza oltre allo straordinario sforzo adattivo e resiliente delle comunità professionali, una diffusa trasformazione della didattica e dei processi che ne discendono in modo eterogeneo e diversificato, secondo alcune variabili ricorrenti nell’ambito infrastrutturale, nella competenza informatica e tecnologica, nella cultura digitale, nell’apertura al cambiamento in atto. Alcune modalità didattiche si sono rivelate particolarmente efficaci e hanno prodotto esiti molto positivi. In questo scenario repentinamente mutato, il primo sforzo delle istituzioni scolastiche si è necessariamente concentrato sulla dimensione organizzativa e su quella gestionale per la garanzia della continuità nell’erogazione del servizio: attivazione delle piattaforme; fornitura di connettività e device; organizzazione e gestione degli orari di attività didattiche; monitoraggi delle presenza e dell’equa distribuzione delle attività; modalità di valutazione degli apprendimenti; legittimità dei processi attuati in tema di privacy, organizzazione del lavoro e rispetto del contratto.
Accanto ai fondamentali e ineludibili processi che mirano a ridefinire l’impalcatura del sistema (valutazione, esami, scrutini, modalità di didattica al rientro dell’emergenza), si è presentata con forza l’ esigenza di osservare e sistematizzare i diversi processi in atto dall’interno, e centrale è apparsa la riflessione sulle basi pedagogiche da cui muovere per riconsiderare un modo di fare scuola di cui va completamente ridefinita la “relazione educativa” su cui si fonda ogni apprendimento efficace.
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