L’incerto futuro delle SSIS

” Non c’è nessun accenno all’esperienza SSIS, che ha rappresentato un’innovazione importante. Se ritorna tutto all’università credo che andrà perduta un’esperienza importante con uno spreco di risorse e di energie”. Così si è espressa Clotilde Pontecorvo, direttore della Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario (SSIS) del Lazio, in una tavola rotonda svoltasi nei giorni scorsi a Roma, dedicata alla futura formazione degli insegnanti di lettere.
Meno pessimista è apparso Luca Curti, presidente della CODISSIS (il coordinamento nazionale delle SSIS), che ha affermato che l’esperienza delle SSIS “è stata interessante e ci ha reso consapevoli della scarsa preparazione che le università danno ai nostri laureati”. Quanto alla riforma Moratti, Curti ha osservato che essa contiene “più cose positive che negative”, anche se non è ancora chiaro se il biennio di specializzazione prevede una conferma, una trasformazione o una cancellazione della SSIS.
Quanto alla spinosa questione del punteggio aggiuntivo (30 punti) assegnato da un decreto interministeriale del 1998 ai “sissini”, ed ora a rischio di vanificazione se un punteggio analogo sarà riconosciuto anche agli altri abilitati, come vorrebbe un ordine del giorno votato dal Parlamento, si sono udite durante il convegno proteste anche molto accorate, e minacce di ricorsi. Comprensibili, visto che i partecipanti al convegno erano per la maggior parte corsisti delle SSIS.