Tuttoscuola: Non solo statale

L’IMU della discordia

La decisione del governo di presentare un emendamento al decreto liberalizzazioni per introdurre l’Ici anche per le attività commerciali della Chiesa sembra essere stata accolta con favore da una buona parte dell’opinione pubblica. Tuttavia le forze politiche si sono subito divise su dove lo Stato può applicare la nuova Imu, vista la forte diversificazione di attività religiose nei campi dell’assistenza sanitaria e sociale e dell’istruzione.

Il centrodestra e i centristi del Terzo Polo si sono schierati compatti a difesa delle scuole paritarie e degli asili nido.

Sul fronte del centrosinistra le posizioni sono state più variegate. Il costituzionalista cattolico del Pd Stefano Ceccanti ha invitato a “non inventare problemi inesistenti” perché la norma “è chiara e risolutiva”. “Sulle scuole andranno commisurati i contributi richiesti agli utenti con il costo effettivo del servizio per valutare se si tratti di attività commerciale o meno, a prescindere dalla qualifica formale dell’ istituto”, ha spiegato Ceccanti invitando ad attendere il decreto attuativo del ministero dell’ Economia.

Per il leader di Sel Nichi Vendola “non c’è nessun coraggio laico” ad applicare l’Ici alla Chiesa ma solo “l’adempimento di un dovere perché siamo a rischio di procedura e multa per infrazione comunitaria”.

Una posizione che non guarda alle conseguenze della scelta. “L’Imu ci obbliga alla chiusura”. E’ l’allarme lanciato dal segretario nazionale Salesiani scuola, don Alberto Zanini.

Già adesso stiamo vendendo le case di don Bosco per pagare la messa in sicurezza degli edifici, se il governo ci tartassa pure con questa imposta iniqua – continua don Zanini – dovremo chiudere le nostre scuole e licenziare gli insegnanti”. Secondo il salesiano le strutture scolastiche cattoliche non godono di privilegi con l’esenzione: “Non confondiamo la Chiesa con le scuole cattoliche, che sono in gran parte legate a congregazioni religiose e non traggono alcun beneficio dall’8 per mille che va ai vescovi. Noi lavoriamo nel sociale e raggiungiamo categorie disagiate gratuitamente”.

Per il FOE (Federazione opere educative, aderente a Compagnia delle Opere) “è necessario che il Governo e il Parlamento colgano l’occasione per precisare che la scuola paritaria, al pari di quella statale e di quella comunale, non svolge attività commerciale ai fini fiscali”.

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