L’impatto dell’AI generativa nella didattica inclusiva
Di Fiorella D’Ambrosio*
L’adozione dell’AI nella didattica inclusiva, nonostante le tante “riserve” del mondo scolastico, rappresenta una svolta considerevole nel campo dell’istruzione, particolarmente nell’ambito della scuola secondaria di secondo grado, dove gli studenti con disabilità incontrano sfide uniche, offrendo soluzioni innovative per adattare l’insegnamento alle loro esigenze specifiche.
La parola chiave è “personalizzazione”, unico strumento per il raggiungimento del successo formativo di tutti gli studenti e di ogni studente, già ripreso dalla L. 53/2003, nel recepimento dei dettami europei finalizzati alla creazione dello “spazio europeo dell’educazione e della formazione” e richiamata ancora dalla direttiva BES del 27/12/2012 e seguenti, che dichiara il percorso dall’integrazione all’inclusione, che ormai ha raggiunto la sua piena evoluzione.
Il nuovo approccio bio-psico-sociale dell’ICF ha dato modo di “vedere” la diversità connessa imprescindibilmente ai contesti di interazione, quali importanti elementi che incidono in modo non certo superficiale sull’apprendimento delle abilità necessarie al pieno sviluppo della persona e all’implementazione del suo Progetto di Vita, e che, grazie all’AI generativa possono essere resi funzionali alle varie attività didattiche e all’ampio panorama delle diversità che caratterizza i contesti classe.
Uno degli aspetti più potenti dell’utilizzo delle AI generative è la capacità di analizzare grandi quantità di dati per identificare i bisogni individuali degli studenti: tutti bisogni speciali, compresi quelli delle “eccellenze” di classe da valorizzare.
Attraverso la raccolta e l’analisi dei relativi dati di apprendimento, sarà possibile individuare i loro punti di forza da potenziare e di debolezza, contestualizzandoli, nonché gli schemi di apprendimento e di comportamento che influenzano la loro esperienza educativa.
Non dimentichiamo che lo scopo ultimo del processo educativo è l’acquisizione di competenze (in particolare di quelle legate al LifeLongLearning, anche informali e non formali, e delle competenze di cittadinanza), che passa necessariamente attraverso la metabolizzazione degli argomenti e della capacità della loro rielaborazione per il potenziamento del pensiero computazionale.
Pertanto, per ogni docente è fondamentale un supporto continuo dell’AI nella programmazione didattica, che in parte rivoluziona la modalità di insegnamento, ma che diviene solo un mezzo per ampliare e arricchire con nuove opportunità la stessa modalità di insegnamento e gli strumenti e le risorse al suo supporto.
Attraverso capacità di sintesi, riscrittura, rielaborazione e riorganizzazione di contenuti per adattarli ai differenti livelli di comprensione, la trasformazione di testi in materiali organizzati o in materiali visivi: strumento potentissimo per gli studenti con disabilità; per molti disabili con una diagnosi con connotazione di gravità il mondo è quello visivo. Anche le disabilità cognitive meno importanti prediligono il canale visivo per l’acquisizione dei concetti-chiave nel processo iniziale di elaborazione dei contenuti.
Soprattutto per concretizzare programmazioni individualizzate che promuovano e perseguano obiettivi di inclusione in contesti complessi, sappiamo quanto sia importante il monitoraggio dei progressi per l’adattamento in itinere dei piani di apprendimento. Questo aspetto è fondamentale e le applicazioni che utilizzano le intelligenze artificiali consentono un grado di personalizzazione sempre più efficace dei materiali e degli interventi.
Quando parliamo di didattica inclusiva, in particolare ci rivolgiamo alla scuola pubblica, in cui troviamo professionalità specifiche come i docenti specializzati, una risorsa ineguagliabile e che a volte non sono supportati nella loro professione da un’organizzazione scolastica volta ad investire negli strumenti per l’inclusione.
Applicazioni che potrebbero essere maggiormente utili ai docenti di sostegno e curricolari con il valore aggiunto della gratuità sono molteplici e con funzionalità sempre più ricercate per supportare l’organizzazione degli ambienti di apprendimento e specializzate per l’individualizzazione dei percorsi, per la creazione di mappe concettuali e mentali e per l’approfondimento di qualunque argomento.
Sono comunque da prediligere tutte quelle applicazioni che si basano su un esplicito dialogo con il soggetto fruitore, che dovrà specializzarsi, attraverso una continua formazione, nel loro utilizzo consapevole e responsabile, affinché possa mantenere una posizione di gestione e non rischiare una standardizzazione eccessiva dei risultati e delle risorse.
*dirigente scolastica in servizio presso USR Lazio
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