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L’esame in sardo: un precedente interessante per la Lega

Un esame che potrebbe fare scuola. Quello che è successo nei giorni scorsi a Cagliari all’esame di terza media è qualcosa di più di un episodio o di una semplice curiosità.

Al colloquio pluridisciplinare un ragazzo ha chiesto di comunicare la sua tesina in sardo per affermarne la dignità di lingua vera e propria, anziché come dialetto come forse molti pensano.

Ha voluto sostenere, quindi, l’esame, scegliendo la lingua della sua terra per parlare di bioedilizia, case campidanesi in terra cruda ma anche per ricordare con orgoglio le figure di Emilio Lussu e D.H. Lawrence, lo scrittore inglese che nel 1921 compì il suo viaggio in Sardegna.

Riccardo Laconi, studente della Terza B dell’Alfieri di Cagliari, ha sorpreso ed entusiasmato la commissione d’esame. Innamorato della Sardegna e della sua cultura, si è preparato un discorso in ‘limba’ per affrontare la parte che riguarda Tecnologia ed è riuscito a rispondere prontamente sempre in sardo, a tutte le domande.

Vorrei esprimermi in sardo, perché non è un dialetto, ma una lingua come l’inglese o il francese – ha esordito Riccardo – attraverso la sua conoscenza entriamo in contatto con la cultura e le tradizioni di questa terra”.

L’alunno ha esposto il lavoro fatto attraverso immagini e video per illustrare l’importanza della bioedilizia per uno sviluppo ecosostenibile del territorio, attraverso l’utilizzo delle risorse locali.

Sono orgogliosa – ha affermato la docente di tecnologia – Riccardo mi ha fatto capire che sono riuscita a trasmettere agli studenti l’importanza della nostra lingua e soprattutto che il sardo non è un dialetto come molti reputano, ma una vera lingua”.

L’episodio dell’alunno sardo e le motivazioni della sua scelta sono certamente musica per quelli della Lega che, fino a qualche anno fa, rivendicavano il primato della lingua locale (anzi, del dialetto) sulla lingua nazionale.

In particolare, come si ricorda, c’era stata anche un’iniziativa della regione Veneto per ottenere il riconoscimento del veneto come lingua, anziché come dialetto.

L’esempio del ragazzo sardo potrebbe costituire un precedente e indicare la via leghista per ottenere il riconoscimento della lingua: partire dal basso, dunque, per affermarne dignità e valore culturale.

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