Tuttoscuola: Non solo statale

Lega e PDL: il dibattito sul referendum bolognese si allarga a livello nazionale

Com’era facilmente prevedibile, il problema del contributo pubblico alle scuole dell’infanzia private – oggetto dell’imminente referendum nel comune di Bologna – ha ormai superato i confini locali per assurgere a questione nazionale, con prese di posizione di personaggi del mondo politico e sindacale e di associazioni.

La Lega Nord ha bollato l’iniziativa referendaria come “scelta politica scellerata” i cui costi andrebbero fatti pagare ai promotori del referendum.

“È una follia smantellare un sistema, senza dirci come sarà l’alternativa”. Sull’attuale rapporto pubblico-privati dei servizi per l’infanzia a Bologna, la Lega ha affermato che si tratta di “un sistema che funziona bene e dà ai cittadini la facoltà di scegliere. Diciamo no a un’idea di statalismo anni cinquanta”.

Anche il PDL, attraverso il responsabile scuola Elena Centemero, si è schierato contro il referendum consultivo promosso dal comitato articolo 33 per togliere i fondi comunali alle scuole non pubbliche bolognesi.

Il sistema delle scuole materne paritarie è un servizio pubblico fondamentale per tante famiglie bolognesi, un sistema nato più di vent’anni fa che è assurdo mettere sotto accusa e discuterne il finanziamento. La presenza di scuole dell’infanzia statali, comunali e paritarie è una ricchezza per Bologna e per tutte le città italiane”.

Secondo il PDL le risorse destinate alle scuole dell’infanzia paritarie il Comune potrebbero infatti garantire poco meno del 10% dei posti convenzionali. E le famiglie? Dietro questo referendum c’è solo una miopia ideologica. Il Popolo della Libertà sostiene le scuole paritarie ed il loro finanziamento: un sostegno alle famiglie, alla libertà di scelta ed un risparmio per lo Stato.

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