Le linee guida sulla scuola nella valutazione della Fidae

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’email del Presidente nazionale della FIDAE Francesco Macrì sulle linee guida sulla scuola dell’esecutivo. 

Invitiamo i lettori a commentare il contributo e a proporre nuovi temi di discussione, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

Il PROGETTO SCUOLA RENZI

Il Programma sulla scuola che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha presentato alla stampa questa mattina è certamente ambizioso. Riassume moltissime questioni che nel corso di questi anni si sono andate sedimentando nella riflessione e nel dibattito degli esperti e della stessa opinione pubblica. Riguardano la necessità di riposizionare la scuola ai vertici dell’agenda politica, di considerare il suo finanziamento come un investimento altamente produttivo e  non come un costo, di valorizzare la professionalità dei docenti e restituire loro il giusto riconoscimento sociale che si è andato a sfumare nel corso di questi ultimi decenni, di ampliare gli spazi dell’autonomia delle istituzioni scolastiche al fine di renderle più flessibili e più rispondenti ai diversificati e crescenti bisogni educativi degli alunni e degli stessi territori, di razionalizzare le modalità di assunzione e gestione del personale, di modernizzare la didattica e i contenuti culturali, di armonizzare il sapere con il saper fare, di aprire la scuola al territorio e al contributo anche dei privati, di attivare meccanismi più efficaci per una corretta inclusione di tutti gli studenti, di promuovere uno sviluppo della carriera basata sul merito e non soltanto sull’anzianità di servizio, di avvicinare l’apparato amministrativo ai cittadini rendendolo più “amichevole”, di predisporre i necessari finanziamenti con tempistiche e modalità certe.

Oltre questi titoli ce ne sono molti altri che qui non abbiamo possibilità di richiamare.

Complessivamente il nostro giudizio non può che essere positivo a condizione però che tutto non si risolva in un ennesimo “annuncio” di soluzioni rimandate ad un futuro lontano e irraggiungibile.

Un’osservazione tuttavia é doverosa: l’impianto del progetto ricalca sostanzialmente il tradizionale modello “statalista” che, proprio nel segno dei principi dell’autonomia e della sussidiarietà evocati, avremmo desiderato fosse superato con più coraggio e determinazione perché, a differenza di quanto avviene nella gran parte degli Stati europei, relega la scuola paritaria italiana, nonostante il suo “servizio pubblico” e di “pubblico interesse”, ai margini del sistema.

Il riconoscimento di un effettivo e sostanziale sistema scolastico “integrato”, regolato equamente da una comune cornice di norme giuste e trasparenti, sarebbe quell’elemento in più, di cui abbiamo urgente bisogno, capace di imprimere una accelerazione a tutta la scuola, statale e paritaria, nella direzione dell’innovazione, della flessibilità, della qualità, della personalizzazione del servizio reso agli studenti, alle loro famiglie e all’intera società. Il nostro auspicio è che questo aspetto, nei provvedimenti normativi che dovrebbero portare a buon fine quanto annunciato, possa essere riconsiderato nel segno del riconoscimento di un diritto e non di un privilegio.

L’istruzione in tutte le sue articolazioni, dalla scuola dell’infanzia a quella degli adulti per tutto l’arco della vita, è un impegno di dimensioni enormi perché possa essere gestita in condizioni ottimali esclusivamente dallo Stato. Il concorso dei molti soggetti che costituiscono la società civile non solo é necessario ma ineludibile. Una preclusione ideologica nei confronti di questa soluzione é anacronistica e insieme causa del sicuro fallimento di qualsiasi progetto di scuola che voglia essere efficace, efficiente, di qualità o semplicemente “buona” come Renzi intitola il documento da lui presentato.

Roma 3 settembre 2014

Francesco Macrì

Presidente nazionale FIDAE