
Sullo sfondo del referendum bolognese sul finanziamento alle scuole private sta crescendo in tutta Italia l’attenzione su un problema che da anni sembrava assopito.
Così, mentre aumenta il numero di nomi eccellenti che sottoscrivono l’adesione al referendum di Bologna, sul fronte opposto si intensificano le prese di posizione a favore del sistema delle scuole paritarie.
Dai lavori dell’assemblea nazionale dell’Aninsei (Associazione nazionale istituti non statali di educazione e di istruzione), in corso a Pescara, è uscita una presa di posizione a favore delle scuole paritarie.
“Le scuole paritarie, in Italia, rappresentano il 12% dell’intera offerta educativa reale, anche se il sistema dei contributi garantisce ad esse non più dello 0,9% delle risorse totali destinate all’istruzione – dichiara l’Aninsei. Gli istituti paritari, inoltre, rappresentano un’importante fonte di risparmio per lo stato, quantificabile in circa sei miliardi di euro all’anno”.
Ai lavori dell’assemblea, per motivi istituzionali, non ha partecipato il capogruppo di Scelta civica al Senato, Mario Mauro, che ha comunque inviato un messaggio letto in sala.
In particolare Mauro sottolinea la necessità di applicare “il principio di sussidiarietà al mondo della scuola” e si dice convinto che sia necessario “concedere maggiore autonomia finanziaria agli istituti scolastici e rivisitare il sistema di finanziamento, permettendo alle famiglie di scegliere a chi destinare le proprie risorse per la formazione dei propri figli”.
Soffermandosi sulla risoluzione 1904 del 2012 del Parlamento Europeo, che sostiene la necessità della libertà di scelta educativa, il presidente dell’Aninsei ha affermato che la stessa “pur facendo proprio il principio di parità e sussidiarietà tra istituzioni pubbliche e private, giustifica il concetto di monopolio prevalente e preponderante dello Stato nelle istituzioni scolastiche, invertendo, di fatto, il principio di sussidiarietà”.
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