L’alternativa al portfolio è… il portfolio

Intervenendo a commento degli esiti della maturità 2006, con riferimento soprattutto a quel 20% di neodiplomati con medie di eccellenza tra il 91 e il 100, Gaspare Barbiellini Amidei sul “Corriere della sera” si chiede se non sia il caso, sull’esempio di altri Paesi europei, di superare il carattere assistenzialistico ed elitario delle vecchie borse di studio per gli studenti universitari per aprire una prospettiva di investimenti massicci in capitale umano, mediante una nuova formula del portfolio.

Del portfolio morattiano – dice il commentatore del “Corriere” – “non va abbandonata l’idea di una carriera scolastica documentata“, una linea riformatrice su cui si muove tutta l’Europa e recentemente la Spagna.

In un quadro di questo genere, prosegue Barbiellini Amidi, si potrebbe inserire anche un meccanismo di premi per il merito, oggi allo studio del ministro Fioroni. Si potrebbe “recepire il lato curricolare dell’ex-portfolio e allo stesso tempo tesaurizzare il merito anche in una prospettiva di premio prima capitalizzabile e poi spendibile nel futuro del giovane“.

Per dare un esempio, il giornalista, riferendosi agli studenti universitari pendolari costretti a pagare pesanti affitti per una piccola stanza, ipotizza l’assegnazione, per assurdo, di punti “abitativi” spendibili. Un portfolio, insomma, che traduce il merito in punti.

L’idea di Barbellini Amidei è certamente suggestiva, ma, ancora una volta, occorre sgombrare preliminarmente il campo da un interrogativo: quale “cacciavite” usare per smontare il portfolio morattiano (tuttora vigente) e costruirne uno nuovo?