Tuttoscuola: Non solo statale

La vicenda di Milano può creare problemi alle scuole paritarie

Dopo che il ministro della pubblica istruzione Fioroni ha dato “i dieci giorni” alla Moratti per adeguarsi agli ordinamenti scolastici, pena la revoca della parità per le scuole comunali dell’infanzia milanesi, il Ministero, anche per evitare di essere accusato di attuare trattamenti parziali, potrebbe richiamare al rigoroso rispetto delle disposizioni scolastiche tutte le scuole paritarie.
Anche se non vi sarà questo esplicito invito ministeriale, in questi giorni diverse scuole paritarie, soprattutto dell’infanzia, stanno verificando con attenzione il rispetto dei vincoli che consentono loro di conseguire e mantenere la parità con diritto ai relativi contributi statali.
Se l’assessore comunale di Milano, Mariolina Moioli, può permettersi di affermare che gli otto milioni di euro di contributi statali sono un niente rispetto ai cento milioni di spesa che il Comune di Milano sostiene per le proprie scuole dell’infanzia, lo stesso non possono certamente dire le scuole dell’infanzia private per le quali il contributo statale è vitale per la propria sopravvivenza.
E proprio per sopravvivere ci sono casi di scuole paritarie che interpretano con una certa elasticità gli ordinamenti scolastici circa, ad esempio, l’accoglienza di bambini che i tre anni, come e più che a Milano, li compiono nell’anno scolastico successivo al loro ingresso a scuola; oppure circa l’organizzazione di attività di scuola elementare anziché di scuola dell’infanzia per preparare bambini (primine) all’esame di idoneità per la seconda classe della scuola elementare.
Se il ministro Fioroni fosse costretto nei confronti di Milano ad attuare quella minaccia di revoca della parità, scatterebbero certamente maggiori controlli per tutte le scuole paritarie.

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