La vicenda della prof Dell’Aria verso la conclusione, Turi (Uil Scuola): ‘Il suo caso non doveva verificarsi, meno che mai ripetersi’

Tutti ricorderanno la vicenda della professoressa Rosa Maria Dell’Aria, la docente nell’Iti Vittorio Emanuele a Palermo sospesa per due settimane dall’ufficio scolastico provinciale perché non avrebbe vigilato sul lavoro dei suoi studenti. I ragazzi in questione, appena 14enni, nella Giornata della Memoria avevano presentato una videoproiezione nella quale accostavano la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Ora il caso della professoressa di Palermo vede in queste ore una soluzione. “La questione della libertà di insegnamento resta il punto fondamentale a cui va data una risposta” osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.

“Non si può aspettare che un giudice lo riconosca, a posteriori, con tutto ciò che è costato alla professoressa in termini di immagine, di dignità professionale, spese legali, dopo un provvedimento disciplinare di sospensione di 15 giorni e la riduzione dello stipendio. La deriva autoritaria e aziendalista introdotta dai modelli neo liberisti imperanti, va arginata dando attuazione al dettato costituzionale.
Vanno ripristinate con urgenza le sedi di garanzia di libertà di pensiero e che sono state smantellate in nome di un efficientismo di maniera. La libertà di insegnamento rappresenta l’elemento costitutivo della nostra tradizione scolastica – precisa Turi –  nata dalle ceneri del fascismo e che ha assicurato democrazia e partecipazione al paese”.

“La vicenda della professoressa Dell’Aria, ci aveva molto preoccupato fin dall’inizio. Il suo caso non doveva verificarsi, meno che mai ripetersi. Eravamo convinti, e lo siamo ancora – sottolinea Turi – di essere fortunati ad avere una scuola nazionale che dovrebbe consentire a tutti gli insegnanti, come previsto dalla Costituzione, di esercitare le loro prerogative. Avevamo una preoccupazione, e la abbiamo ancora: che cosa potrebbe accadrebbe se l’istruzione fosse in mano a questo o quel Governatore regionale”.

“Purtroppo ciò che temevamo è anche accaduto – conclude Turi – : siamo finiti per le vicende del coronavirus proprio nelle mani di più di un Presidente di regione ed abbiamo visto i disastri provocati. E’ il momento di agire e rivendicare sedi di garanzia della libertà di insegnamento che evitino il condizionamento di un insegnamento/apprendimento omologato e gerarchizzato”.