La sperimentazione, il Cnpi e i sindacati. Dov’è la coerenza?

Il CNPI, massimo organo consultivo nazionale per l’istruzione, il 15 settembre scorso esprimeva un sostanziale parere favorevole nei confronti della sperimentazione nel 2° ciclo, chiedendo comunque in ogni modo non vi si desse attuazione dal 2005-2006, come inizialmente prevedeva il Miur.

Il parere, non condiviso dai rappresentanti della Cgil-scuola e sostenuto invece da quelli degli altri sindacati più rappresentativi presenti nell’organismo, era introdotto da affermazioni del tipo: "il CNPI condivide, come in tutte le precedenti occasioni, il ricorso all’art. 11 del dPR. 275/99 – "iniziative finalizzate all’innovazione" – che rappresenta uno strumento di valorizzazione dell’autonomia scolastica; …. ritiene che l’avvio di un percorso di sperimentazione, opportunamente attivato e gestito, possa contribuire alla definizione dei processi di innovazione, portando il contributo dell’esperienza concreta della scuola "reale".

Il CNPI aggiungeva inoltre questa altra importante considerazione: il CNPI "considera, comunque, il progetto di sperimentazione in esame pur sempre una opportunità offerta alle scuole e alle famiglie, perché possano valutare la praticabilità dei percorsi attinenti la riforma degli ordinamenti scolastici relativi alla istruzione secondaria di secondo grado, prima ancora che essi vadano a regime."

Un’affermazione che lasciava intendere, senza ombra di dubbio, la possibilità di sperimentare non subito ma comunque prima del 2007-2008, cioè dal prossimo anno scolastico.
Ora invece le prese di posizione sul progetto di innovazione presentato dal ministro Moratti trovano contrari anche quei sindacati che pochi mesi fa esprimevano tutt’altra considerazione.
Se è comprensibile e coerente la posizione della Cgil-scuola, ha certamente bisogno di chiarimenti, che per il momento ci sfuggono, quelli di altre importanti organizzazioni sindacali della scuola.