La sentenza precari costerà miliardi all’erario?

Nei primi commenti sindacali che hanno accompagnato l’uscita della sentenza della Corte di giustizia sui precari sono stati forniti due dati macroscopici relativi rispettivamente alla quantità di possibili assunzioni (250mila) e agli eventuali risarcimenti economici (due miliardi di euro).

Per l’eventuale risarcimento occorre chiarire preliminarmente se beneficeranno della sentenza soltanto i precari nominati su posti vacanti e disponibili (supplenti annui) oppure anche quelli nominati su posti disponibili fino al 30 giugno (supplenti temporanei).

Basteranno, insomma 36 mesi di servizio comunque prestati per fruire dei benefici?

In questo caso decine di migliaia di precari avrebbero diritto ad incassare gli stipendi non corrisposti nei due mesi estivi e il relativo rateo di 13.ma per ogni anno prestato come supplente temporaneo (dedotta l’indennità di disoccupazione eventualmente corrisposta).

Senza un censimento delle supplenze temporanee svolte è difficile quantificare l’eventuale risarcimento, ma il rimborso sarebbe comunque di vari milioni.

Poi c’è un altro aspetto di risarcimento retributivo che riguarda la mancata ricostruzione di carriera (scatti di anzianità) dei precari che saranno immessi in ruolo.

Chi entra in ruolo nella scuola ha diritto, dopo l’anno di prova, alla ricostruzione di carriera con valutazione del servizio pre ruolo prestato da precario con attribuzione di scatto stipendiale che, oggi, scatta al nono anno. Se, però, la decorrenza dell’immissione in ruolo avrà effetto retroattivo, potrebbe intercettare, come ha precisato la Flc-Cgil, la precedente progressione contrattuale che prevedeva un primo scatto di anzianità al terzo anno, con interessanti effetti economici, comunque difficili oggi da quantificare. Un’altra questione intricata da chiarire in modo inequivocabile.

Anche per questo è necessario il parere del Consiglio di Stato.