Tuttoscuola: Non solo statale

La scuola Bosina della moglie di Bossi rischia la chiusura?

La bufera che si è abbattuta sulla Lega per presunte spese facili “private”, attinte dai fondi del finanziamento pubblico erogato al partito, sta coinvolgendo anche la scuola Bosina di Varese, una istituzione privata, fondata nel 1998 dalla moglie del senatore Umberto Bossi. 

Oltre ad essere stata destinataria nel 2010 di un finanziamento statale attraverso la cosiddetta legge “mancia” di 800 mila euro, che aveva provocato proteste e critiche soprattutto a Varese dove le scuole statali stavano “tirando la cinghia” per l’insufficiente finanziamento statale, la scuola “Bosina” avrebbe ricevuto ripetuti, consistenti aiuti economici sottobanco dal tesoriere della Lega.

Se saranno accertati questi finanziamenti illegittimi, potrebbero esserci, forse, alcune conseguenze amministrative per i gestori della scuola, ma non dovrebbe, invece, essere messa in discussione la parità riconosciuta alla scuola “Bosina” da vari anni.

I genitori degli alunni iscritti alla scuola – secondo notizie raccolte dalla stampa – cominciano a preoccuparsi che la scuola possa essere travolta dallo scandalo.

Apprendiamo dai giornali quanto sta succedendo – hanno dichiarato alcuni genitori – ma dalla scuola non abbiamo avuto ancora notizie. Molti di noi hanno già rinnovato l’iscrizione per il prossimo anno e non vorremmo trovarci con la scuola chiusa senza sapere dove mandare i nostri figli”. Anche perché, secondo quanto riportato dai media, i genitori sono mediamente soddisfatti dei servizi e degli insegnanti. E soprattutto dei prezzi concorrenziali per iscrizione e frequenza.

Per la scuola d’infanzia la retta mensile è di 60 euro per i residenti in città, e di 120 euro per chi vive fuori dal Comune di Varese. La scuola primaria poi batte ogni record: da 100 euro mensili a 290 per chi vuole usufruire anche dei servizi di dopo scuola. “A questo vanno aggiunte tutte le agevolazioni per chi ha più figli iscritti – aggiungono i genitori – e il servizio di bus navetta che li porta a scuola e li riaccompagna a casa”. Insomma i genitori hanno paura di perdere un servizio a loro dire eccellente “a prescindere dai soldi utilizzati per renderlo tale”.

Se, però, fossero stati i finanziamenti illeciti ad assicurare quei prezzi concorrenziali, i genitori avrebbero davvero ragione di preoccuparsi per il futuro della scuola.   

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