
La rivoluzione in 12 punti. Tra utopia e praticabilità
1. Mai più precari nella scuola. Difficoltà media. Lo svuotamento delle Gae sarà solo parziale e il “piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015” presenta una notevole complessità sul piano amministrativo. In compenso i sindacati non porranno ostacoli.
2. Dal 2016 si entra solo per concorso. Difficoltà bassa, al netto dei contenziosi e altri incidenti di percorso che hanno contraddistinto le ultime prove concorsuali.
3. Basta supplenze. Difficoltà elevata. Il contingente di organico aggiuntivo a disposizione delle scuole potrebbe non bastare per coprire tutte le esigenze (“cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto”).
4. La scuola fa carriera, qualità, valutazione, merito. Difficoltà elevata. L’idea di sostituire gli scatti con aumenti di 60 euro netti al mese “ogni 3 anni per 2 prof. su 3 grazie ad una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola” appare indigeribile per i sindacati e di ardua praticabilità tecnica.
5. La scuola si aggiorna: formazione e innovazione. Difficoltà media. La novità è la “formazione continua obbligatoria” nella quale svolgerebbero un ruolo importante “i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari”. Servirà tempo per rodare il meccanismo.
6. Scuola di vetro: dati e profili online. Difficoltà bassa. Le premesse sono state poste da anni. Un dubbio può riguardare l’organizzazione del “registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa” che potrebbe incontrare resistenze (sindacati, privacy, poteri dei presidi).
7. Sblocca Scuola. Difficoltà elevata. L’abolizione delle “100 procedure burocratiche più gravose per la scuola” comporterebbe un livello di autonomia delle scuole molto più alto di quello di cui dispongono e comportamenti responsabili da parte di tutti i soggetti: cose che non si improvvisano.
8. La Scuola Digitale. Difficoltà media. I “Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi” possono essere messi in cantiere con relativa facilità, non così l’indispensabile formazione delle risorse umane coinvolte nella digitalizzazione.
9. Cultura in corpore sano. Difficoltà elevata. “Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie” comporta costi rilevanti (come lo studio dell’economia in tutte le scuole secondarie di cui al successivo punto 10) a meno di ritoccare gli attuali piani di studio riducendo lo spazio di altre discipline. Operazione sempre molto difficile.
10. Le nuove alfabetizzazioni. Difficoltà elevata. Esiste un problema di costi per il rafforzamento dell’insegnamento delle lingue straniere, del “coding e pensiero computazionale nella primaria”, delle competenze digitali e dell’economia nella secondaria, a cui si aggiunge il non facile reperimento di formatori dei formatori all’altezza del compito.
11. Fondata sul lavoro. Difficoltà media. L’“alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno”, comporta, almeno per gli istituti tecnici, notevoli cambiamenti nei piani di studio. E possibili costi aggiuntivi.
12. La scuola per tutti, tutti per la scuola. Difficoltà bassa. Sempre che vengano reperite le risorse finanziarie necessarie per “stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole”. L’obiettivo di “attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche” dipende, appunto, dagli incentivi e dalle semplificazioni.
Bilancio preliminare: prevalgono i punti con difficoltà di realizzazione elevata (5), e il coefficiente di difficoltà aumenta esponenzialmente se si considera che si intendono affrontare tutte le innovazioni contemporaneamente in un tempo limitato.
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