Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La ricetta di Bossi per la riforma: bastano due bastoncini…

Chissà se Gigi Moncalvo, direttore della “Padania”, riuscirà a far arrabbiare anche Letizia Moratti, dopo aver mandato su tutte le furie Bobo Maroni, ministro della Lega, il partito di riferimento del quotidiano diretto dallo stesso Moncalvo per aver sottolineato l’appartenenza di molti responsabili di strutture di vertice delle amministrazioni e non solo al circolo Marco Biagi.

Il fatto è che Bossi non mostra alcun entusiasmo per lo spirito modernista che anima la riforma Moratti: ma quali “3 i?”. E’ vero che manca la “i” di Italiano, il che agli occhi di Bossi costituisce un merito (l’esatto contrario di quel che pensa Valditara, responsabile scuola di AN), ma puntare sulla triade “internet, inglese, impresa” vuol dire guardare al futuro? Secondo il leader della Lega la vera soluzione dei problemi della scuola italiana sta nel tornare al passato, e più esattamente a quel passato nel quale si insegnava ai giovani anche la “manualità”, il saper fare. Invece è stata creata “una scuola astratta, che ai figli non insegna più a fare nulla”. Colpa anche degli insegnanti, che “provengono da un’educazione sbagliata”, cioè troppo teorica e libresca. TV e internet non fanno che aggravare la situazione, distaccando i giovani ancora di più dal mondo reale.

Soluzioni? Il ministro Moratti deve “riportare la manualità all’interno delle aule”, e i genitori devono collaborare con gli insegnanti per tenere i giovani lontani dalla TV e dal mondo artificiale delle immagini. “Ai miei tempi”, dice Bossi, “bastavano due bastoncini e poco altro per creare mille avventure”, e c’era più spazio per la fantasia, la creatività.

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