Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La questione del lunedì e il senso dei compiti a casa

Lo stimolo alla discussione presente nella lettera di Leonardo Scheggi registra due nuovi interventi: quello delle lettrici Luigina e Fabiola Lupo Pasini. Questo invece è il link diretto al precedente intervento di Laura. Invitiamo gli altri lettori che desiderano dire la loro a scriverci a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Condivido perfettamente ciò che ha scritto la collega Laura in risposta alla lettera di Leonardo.

Avevo già sentito parlare di una circolare ministeriale che riportava disposizioni sui compiti, ma non avevo nessun riferimento normativo. Fino ad ora, ogni volta che qualche collega della mia scuola mi ha chiesto perché non lascio mai compiti per il lunedì (oppure qualche genitore patito dei compiti, magari per stare un po’ “tranquillo” sapendo che il proprio figlio è impegnato con i compiti della domenica mattina), rispondo sempre di cercare sul dizionario il vocabolo “vacanza” e di leggere con attenzione la definizione: Vacanza: periodo di libertà dal lavoro o dagli obblighi scolastici in coincidenza con festività, turni di riposo o altre circostanza.

Tale risposta è per loro inaspettata e fa sempre effetto. Auspico comunque, che sia efficace in modo da non torturare anche la domenica, bambini, ragazzi e giovani studenti, ad ore ore di studio.

Luigina

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Volevo anch’io aggiungere alcune considerazioni sull’argomento dei compiti a casa sollevato da Leonardo (complimenti!).

Condivido le riflessioni di Laura e concordo con il fatto che per la maggior parte degli alunni il compito è vissuto come una costrizione. Ritengo, quindi, sia necessario motivare gli alunni allo svolgimento del compito, a sentirlo come una necessità, un momento di autovalutazione e di crescita personale nello sviluppo dell’autonomia. Innanzitutto per invogliare i ragazzi a svolgere i compiti a casa bisognerebbe puntare sulla qualità, e non sulla quantità.

Il compito è come una terapia (preventiva), va dosata altrimenti si ottiene l’effetto contrario. Altro fattore importante l’autonomia, tutti devono avere gli strumenti per eseguire da soli i compiti, meglio piuttosto personalizzarli. Non tutti i familiari, purtroppo, sono in grado di seguire i figli e non solo, quindi, per mancanza di volontà o di tempo. D’altra parte mamma e papà sono i genitori dei loro figli e non gli insegnanti ed è bene che stiano insieme per dedicarsi ad attività ricreative culturali più distensive. Il compito molto spesso è motivo di “bisticcio” tra i familiari e tutti non vedono l’ora che il ciclo scolastico termini.

Secondo il mio parere la scuola deve favorire l’aiuto tra pari, dare l’opportunità di svolgere i compiti tra compagni, magari utilizzando le biblioteche. Meglio ancora poter ottenere le scuole aperte di pomeriggio con docenti a disposizione per ulteriori spiegazioni (una bella esperienza per i precari che potrebbero essere assegnati alle varie scuole anche per le supplenze brevi).

Cordiali saluti, Fabiola Lupo Pasini

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I lettori di tuttoscuola.com sono invitati a dire la loro su questo tema, scrivendo a botta_e_risposta@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà le risposte più significative. Analogamente, coloro che vogliono proporre nuovi temi di discussione possono scriverci al medesimo indirizzo botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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