Tuttoscuola: Non solo statale

La proposta dell’A.Ge.S.C. per liberalizzare la scuola

La scelta dell’A.Ge.S.C. è per il finanziamento della domanda, non però nella forma del buono studio, che rivoluzionerebbe tutto il sistema scolastico e creerebbe condizioni di concorrenza estrema tra tutte le scuole, e la probabile destrutturazione degli assetti attuali sia sul versante delle scuole statali sia su quello delle scuole paritarie.

Tutto sommato i genitori dell’A.Ge.S.C. appaiono abbastanza soddisfatti delle loro scuole, e così si esprimono: “Le scuole paritarie in Italia costituiscono modelli di autonomia reale: benché vincolate alle norme generali nazionali, sono libere nell’assunzione dei docenti (purché abilitati), nella gestione delle risorse finanziarie e nell’organizzazione generale dei servizi. I risparmi generati annualmente alle casse statali (6 miliardi circa all’anno), i buoni risultati educativi e la crescita delle iscrizioni sono un test positivo di questo tipo di conduzione”.

La scuola statale dovrebbe invece rafforzare la sua autonomia organizzativa e gestionale, estendendola anche alla scelta dei docenti, per poi sottoporsi, insieme alla scuole paritarie, alla valutazione dei risultati ottenuti, al fine di mettere i genitori in grado di scegliere la scuola migliore per i loro figli.

Resterebbe comunque, a quel punto, il nodo della parità in senso economico perché “chi sceglie le scuole paritarie non deve pagare due volte per l’istruzione, con le imposte e con le rette scolastiche. Per pagare una volta sola, conclude la nota dell’A.Ge.S.C., “deve poter recuperare totalmente le tasse scolastiche, attraverso voucher, deduzioni o detrazioni fiscali”.

Da rilevare che il comunicato parla di ‘tasse’, non di ‘rette’, che ovviamente potrebbero essere anche troppo elevate per essere ‘totalmente’ rimborsate per via fiscale. Le ‘tasse’ potrebbero invece essere quantificate, o avere un tetto.

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