La nuova frontiera dell’IA tra opportunità e rischi

di Paola Bortoletto*

Non possiamo non guardare come ANDIS allo straordinario interesse che si è creato verso ChatGPT e gli altri algoritmi di Intelligenza Artificiale (IA) generativa per riflettere sui cambiamenti, le opportunità e i rischi che comporta sia sull’apprendimento che sull’insegnamento. Nel recente Seminario di ANDIS Toscana a Camaldoli abbiamo toccato con mano le sfide nelluso dell’intelligenza artificiale a scuola che continueremo ad approfondirle nel nostro 85° Convegno nazionale che si terrà a Jesolo a fine ottobre.              

È indubbio che l’IA favorisce un apprendimento personalizzato: può analizzare il livello di competenze e i progressi di ciascuno studente, adattando i materiali di studio e il ritmo delle lezioni in base alle necessità individuali; può fornire un’assistenza continua ed un supporto agli studenti anche al di fuori dell’orario scolastico tanto che chatbot educativi o tutor virtuali sono in grado di rispondere a domande, fornire chiarimenti e guidare gli studenti nello studio autonomo.           

È un potente supporto per i docenti perché può ridurne il carico amministrativo, ad esempio automatizzando la correzione dei compiti o la preparazione di lezioni interattive.     
Ancora, piattaforme alimentate dall’IA possono mettere a disposizione contenuti e materiali didattici di qualità provenienti da tutto il mondo, favorendo l’accesso a risorse globali, aggiornate e diversificate.  L’IA può analizzare dati sulle prestazioni degli allievi per individuare difficoltà in tempo reale, consentendo un monitoraggio utile per compiere interventi tempestivi e personalizzati, prevenendo l’abbandono scolastico o l’accumulo di lacune e creando materiali di apprendimento accessibili per studenti con bisogni educativi speciali, come trascrizioni automatiche, strumenti di sintesi vocale, traduzioni in lingua dei segni.

Gli aspetti positivi ed inclusivi non devono però distoglierci dal rilevare i rischi che una tale rivoluzione ci prospetta come la disparità di accesso, proprio perché non tutti gli studenti possono beneficiare della tecnologia necessaria, specialmente in contesti socioeconomici svantaggiati, aumentando il divario educativo. L’eccessiva dipendenza dalla tecnologia, inoltre potrebbe ridurre la capacità degli studenti di sviluppare abilità fondamentali come il pensiero critico o la risoluzione creativa dei problemi. È importante bilanciare il ruolo della tecnologia perché l’educazione è un processo profondamente relazionale e l’insegnante gioca un ruolo insostituibile nel motivare, ispirare e comprendere le esigenze emotive degli studenti.

 L’IA a scuola con la testa e… Con il cuore

Un tema di grande rilevanza è quello della privacy e sicurezza  dei dati: l’IA raccoglie una grande quantità di dati personali sugli studenti; se non vengono gestiti in modo corretto, esiste il rischio che vengano utilizzati impropriamente o che la privacy degli studenti sia compromessa.
Gli algoritmi di IA possono riflettere pregiudizi (bias) impliciti presenti nei dati utilizzati per addestrarli, perpetuando disuguaglianze e discriminazioni. L’integrazione efficace dell’IA richiede, infine che gli insegnanti siano adeguatamente formati per utilizzare questi strumenti. Senza una preparazione adeguata, l’IA potrebbe essere sottoutilizzata o, peggio, utilizzata in modo improprio, compromettendo la qualità dell’insegnamento/apprendimento.
L’UNESCO ha recentemente adottato due nuovi quadri di competenze sull’Intelligenza Artificiale, uno destinato agli studenti e uno agli insegnanti con un approccio  che mette al centro l’essere umano, in cui l’IA deve supportare il processo decisionale umano e il potenziamento intellettuale, senza mai compromettere la responsabilità o l’autonomia delle persone.
L’IA ha un enorme potenziale per la scuola, tuttavia è essenziale affrontare i rischi con regolamentazioni adeguate, formazione continua, una gestione responsabile dei dati. Solo così sarà possibile sfruttarne appieno i benefici mantenendo al centro i bisogni umani e pedagogici degli udenti.

*Presidente nazionale ANDIS

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