La mina vagante dei ricorsi per entrare nelle GAE

Quella che si sta conducendo in varie parti d’Italia è una vera e propria corsa contro il tempo per ottenere in zona Cesarini l’immissione nelle GAE e fruire utilmente del piano straordinario di assunzione su posti di scuola dell’infanzia e della primaria.

Il comma 95, lettera b) del ddl S.1934 approvato dal Senato prevede che hanno titolo alla immissione in ruolo “gli iscritti a pieno titolo, alla data di entrata in vigore della presente legge, nelle graduatorie ad esaurimento del personale docente di cui all’articolo 1, comma 605, lettera c), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, esclusivamente con il punteggio e con i titoli di preferenza e precedenza posseduti alla data dell’ultimo aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento, avvenuto per il triennio 2014-2017”.

È dunque la data di entrata in vigore della legge (il giorno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) il rien ne va plus, il termine ultimo per l’iscrizione in extremis nelle GAE.

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che, riconoscendo piena validità all’abilitazione conseguita con il vecchio diploma magistrale ottenuto entro l’anno 2001-02, ha legittimato il diritto ad entrare nelle GAE per i settori della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, sono alcune migliaia i diplomati che si sono rivolti al giudice del lavoro per ottenere il via libera all’iscrizione in GAE.

Il testo della legge sarà alla Camera in terza lettura il 7 luglio prossimo. Dovrebbe avere un iter di approvazione piuttosto breve (una settimana?) prima di ottenere l’ok definitivo. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale potrebbe avvenire tra il 15 e il 20 luglio.

I ricorrenti, scontata la sentenza favorevole del giudice, sperano per quella data, quindi, di arrivare in tempo per essere inclusi in graduatoria e beneficiare del piano. Ma il loro ingresso non sarà indifferente alla sorte di chi è già iscritto, perché i nuovi ingressi potrebbero scalzare altrettanti vecchi iscritti, sopravanzandoli in graduatoria.

Una beffa in extremis, contro la quale chissà se saranno pronti ad offrire tutela legale quegli stessi soggetti che hanno organizzato il ricorso al Consiglio di Stato per i vecchi diplomati magistrali.