La mappa della sicurezza degli edifici scolastici: Forlì regina

Forlì, Udine e Sondrio sono le province con le scuole più sicure, mentre la maglia nera spetta a Reggio Calabria, Vibo Valentia e Cagliari.
L’anniversario del crollo per terremoto della scuola di San Giuliano e il contestuale annuncio del ministero di nuovi stanziamenti per la sicurezza degli edifici scolastici (112,6 milioni di euro per il 2003 e 348,9 milioni per il 2004) non possono non richiamare un interrogativo che spesso preoccupa le famiglie: quale livello di sicurezza hanno le scuole italiane?
Con poche parole potremmo rispondere così: gradualmente meglio, anche se resta molto da fare soprattutto in alcune zone del Paese. Competenti ad intervenire sugli edifici, risorse finanziarie permettendo, sono Comuni e province: i primi per scuole materne, elementari e medie statali, le seconde per gli istituti superiori statali.
Sui dati acquisiti a tutto febbraio 2003, il Miur ha predisposto una specie di graduatoria provinciale della sicurezza degli edifici scolastici, computando, con pesi diversi una ventina di indicatori quali, ad esempio, lo stato degli impianti igienici, idrici, fognari, elettrici, di riscaldamento, delle coperture, degli infissi, delle pavimentazioni, degli intonaci esterni e interni, delle barriere architettoniche (porte, scale e servizi igienici), delle certificazioni di agibilità statica, di previdenza antinfortunistica, di conformità dei VV.FF. e igienico-sanitaria.
Ne è venuta una graduatoria nazionale della sicurezza, assegnando i punteggi più alti laddove vi è minor precarietà degli impianti e delle strutture, e i punteggi più bassi dove questa precarietà è accentuata. Al primo posto per la sicurezza complessiva si trova Forlì, all’ultimo Reggio Calabria.
La media nazionale si è attestata sul punteggio di 58,53 su 100.
Sotto questa media sono le scuole della Puglia (50,60 su 100), quelle della Sicilia (45,93), del Lazio (43,90), della Campania (43,23), della Sardegna (33,48) e della Calabria (23,93).
Le scuole più sicure dove sono? In Friuli-Venezia Giulia (82,38 su 100), seguite da quelle delle Marche (80,34) e dell’Emilia-Romagna (79,52).